Intercettazioni, rivolta M5S contro comunicazione dopo tensioni col Pd

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Rischiava di diventare una polveriera, il decreto intercettazioni, e alla fine ci è voluto un lungo lavoro di ricucitura nella notte tra le diplomazie di M5S e Pd per archiviare l”incidente’. Il caso scoppia ieri sera alla Camera, quando la deputata grillina Elisa Scutellà prende la parola in dichiarazione di voto per annunciare il sì del suo gruppo al provvedimento sulle intercettazioni. Un duro discorso, quello della parlamentare, dove vengono ‘rispolverate’ le intercettazioni di Salvatore Buzzi tratte dall’inchiesta ‘Mafia Capitale’.

Parole che alle orecchie di Pd e Italia Viva devono essere suonate come una provocazione. Al termine della seduta la tensione è palpabile. “Ma come, tra tutte le intercettazioni vai a citare proprio quelle che riguardano una persona identificata dai nostri avversari come uno del Pd? Così non si fa”, si sfoga in Transatlantico il dem Franco Vazio. Ma l’irritazione è forte anche tra i 5 Stelle. Nel mirino c’è la scelta della comunicazione di cavalcare una battaglia del passato che ha avuto come effetto quello di mandare su tutte le furie gli alleati di governo, in un momento in cui, tra l’altro, entra nel vivo il confronto tra M5S e Pd per le alleanze alle regionali (ieri c’è stato l’incontro tra il capo politico del Movimento Vito Crimi e il vicesegretario dem Andrea Orlando).

Fonti parlamentari 5 Stelle riferiscono all’Adnkronos di “contatti diretti del direttivo M5S con il Pd, sostanzialmente per scusarsi”. C’è chi parla anche di verifiche interne per risalire all’origine del “cortocircuito” che ha partorito il discorso della discordia. Lunedi è in programma una riunione tra i capigruppo delle Commissioni parlamentari con i responsabili della comunicazione e il ‘facilitatore’ Emilio Carelli. Da tempo gli eletti alla Camera chiedono una svolta dal punto di vista comunicativo. E l’episodio di ieri sera viene considerato da molti la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.