Israele. Forti proteste per la riforma della giustizia

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Il governo di Benjamin Netanyahu apre a “un dialogo” con l’opposizione sulla contestata riforma del sistema giudiziario, all’esame della Knesset proprio in questi giorni e che da tempo causa proteste e manifestazioni in tutto il Paese. In una lettera inviata ai leader centristi Yair Lapid e Benny Gantz, il ministro della giustizia Yariv Levin (autore della legge) e il capo della Commissione della Knesset Simcha Rothman si dicono pronti a incontrare i due esponenti centristi stasera, presso l’ufficio del capo dello Stato Isaac Herzog per “un dialogo senza precondizioni”

Se da un lato si registra questa timida apertura, accompagnata da un segnale di disponibilità a trattare, dall’altro emergono segnali poco rassicuranti: è lo stesso primo ministro Netanyahu ad accusare i capi dell’opposizione di “spingere intenzionalmente il Paese verso l’anarchia”; lo ha fatto in un breve videomessaggio pubblicato dopo una giornata a dir poco turbolenta.

Fuori del Parlamento, infatti, si erano radunate circa 100mila persone per protestare contro il progetto di legge; all’interno della Knesset, invece, andava in scena il feroce scontro tra governo e opposizioni, con veri e propri tafferugli e urla dai banchi dei partiti di sinistra e di centro. “L’opposizione sta impazzendo alla Knesset e i suoi legislatori stanno saltando sulle sedie, Ron Huldai (sindaco di Tel Aviv, ndr) sta espressamente incitando alla violenza, e nella protesta animata dalla sinistra stanno definendo il primo ministro un traditore” ha accusato Netanyahu, come riporta il Times of Israel. “Datevi una calmata. Mostrate responsabilità e leadership” è stato l’appello del premier ai leader dell’opposizione.