La deputata del PD, la cuneese Chiara Gribaudo, ha ufficializzato tramite una interrogazione il sollecito a provvedere al sottosegretario di Stato al ministero del lavoro, il leghista salviniano Claudio Durigon: “Che cosa sta impedendo la ratifica finale di un accordo doveroso?”
Albania e Italia, un rapporto che non conosce sosta, ma che deve conoscere la pensione.
Circostanza, quest’ultima, che sembra non sbloccarsi nonostante le rassicurazioni che il Premier Edi Rama ha ricevuto in dicembre dalla propria omologa italiana Giorgia Meloni. La quale ha dichiarato di considerare prioritari i rapporti privilegiati con Albania e Balcani occidentali, ma al momento attuale a ciò non stanno seguendo i fatti.
Uno dei quali è la definitiva ratifica di un accordo già redatto e definito in linea tecnica dall’ottimo lavoro dell’ex Senatore Tommaso Nannicini, dalla consulente Geri Ballo, dalla Viceministra del governo Rama, Olta Manjani, con la preziosa mediazione della nostra Ambasciata in Tirana nella persona di sua eccellenza Fabrizio Bucci.
L’Italia è il primo partner economico del Paese delle Aquile, e questo implica una crescente mobilità sociale tra i due versanti dell’Adriatico che nel corso degli ultimi tre decenni ha condotto prima molte decine di migliaia di lavoratori di nazionalità albanese a prestare la propria opera in Italia, e da diversi anni a questa parte sta portando sempre più dipendenti e autonomi italiani (e cittadini Albanesi di ritorno) a proseguire e concludere la propria carriera professionale oltre Adriatico.
Sono inoltre in crescita, e ottimamente assistiti dai servizi consolari della nostra Ambasciata, i pensionati nostri connazionali che scelgono l’Albania come nuova destinazione residenziale con annessa domiciliazione della propria pensione.
“L’accordo è già stato sottoscritto in linea tecnico politica, e le risorse già stanziate fin dalla scorsa legislatura – ha puntualizzato l’onorevole Gribaudo – quindi adesso manca solo più la ratifica conclusiva del procedimento, e perciò occorre evitare il rimpallo di responsabilità tra ministeri diversi”.
La vicenda è in atto da oramai un decennio, tanto che dalla parte albanese il primo a farsene carico fu, per il governo Rama 1, l’allora ministro del welfare e attuale Sindaco della città metropolitana di Tirana Erion Veliaj.
Aggiunge Geri Ballo, referente e attivista, che ha coadiuvato il Senatore Nannicini nella missione svolta in più occasioni nello scorso anno a Tirana: “Il fondo, per garantire le prime erogazioni, è stato istituito grazie all’emendamento dell’onorevole Nannicini, con la previsione di una sua decorrenza dallo scorso primo gennaio, in virtù della firma apposta in Tirana nel luglio del 2022. Si tratta di un provvedimento doveroso nel rispetto sia della moltitudine di lavoratori Albanesi che hanno prestato per decenni la propria opera in Italia al servizio della crescita economica, sia del sempre più rilevante numero di cittadini italiani che stanno scegliendo l’Albania come sede residenziale e professionale per concludere la propria carriera professionale, necessitando allo stesso modo del meccanismo di ricongiungimento contributivo”.
Una vicenda che attiene oramai alla giustizia sociale e al rispetto etico e che tra cittadini delle due nazionalità riguarda centinaia di migliaia di situazioni familiari.
Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI





