Joël Dicker – Un animale selvaggio – Milano, La nave di Teseo, 2024, 440 p. (268)

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Ancora profumato di stampa – l’odore dei libri per noi è fonte energetica spirituale che rinfranca, ristabilisce e rinnova! – abbiamo “divorato” queste oltre 400 pagine forti della curiosità, e dell’interesse positivo, creatoci dalle precedenti tre letture di romanzi di questo relativo giovane (nato nel 1985, ne ha scritti una decina) ed interessante scrittore Svizzero: i risultati non ci hanno deluso, ma nemmeno esaltati come nelle precedenti letture. Ci aspettavamo qualcosa di più!

Aggiungiamo che non abbiamo mai apprezzato quel suo saltabeccare qua e là nel tempo e luoghi dei vari capitoli, cosa che forza la nostra debole mente a coordinato gli accadimenti, ed abbiano terminato le critiche poco positive.

Il resto della nostra presentazione di questo libro verterà su contenuti positivi; a cominciare da tre argomenti: il focus d’interesse per due famiglie apparentemente normali ma sostanzialmente entrambi con problemi e “scheletri” nascosti sotto il tappeto: molto benestante la prima (vive in una villa di vetro) Sophie e Arpad Braun, normale la seconda, Karine e Greg, commessa lei, poliziotto di un gruppo speciale lui. Intervengono nei due ambienti familiari, un uomo, Fauve (Philippe Carral), dal dubbio tenore di vita, nel primo, ed una donna, una poliziotta, Marion, nel secondo.

Gli altri due argomenti molto ben organizzati e proposti sono le debolezze umane: nature interiori tenute nascoste ma in qualche modo parzialmente realizzate e la trama, ben intrecciata e in qualche caso veramente con esiti inaspettati.

Assecondando, pericolosamente, forti desideri interiori, tutti i personaggi rischiano di distruggere il loro tutto sommato buon equilibrio di vita, in qualche caso rimediando all’ultimo momento, anche con inatteso e improbabile altruismo!

Rapine, spiate nelle vite altrui, anche nell’intimità, inganni e menzogne …anche pizzichi di fortuna, sono gli ingredienti concreti che realizzano la trama incuriosendo sempre più il lettore così coinvolto emotivamente dagli avvenimenti.

Gli avvenimenti si svolgono in tempi recenti, 2021-2022-2023, tra Svizzera e Francia ma affondano le loro radici in una passato di alcuni anni fa, da cui non si può prescindere, dimostrando, tra l’altro, due forti leggi non scritte del vivere: non è facile se non in casi rari, soffocare i propri istinti senza pagarne in qualche modo un prezzo in termini pratici e, chi lo dice che giustizia e correttezza del comportamento trionfano sempre su azioni illegali e giustizia? Purtroppo, conclude Joël, nella vita di tutti i giorni troppo spesso è vero il contrario. In ogni caso alcuni personaggi riconquistano la loro pace ed il loro equilibrio, personale e di coppia, ma nessuno uscirà del tutto indenne dagli avvenimenti narrati.

Una curiosità. Nel romanzo è elemento importante una pantera, che due personaggi hanno tatuato sui loro corpi; pantera, “gattino”, che trae origine da un libro “rarissimo” ambientato ai primi del Novecento in Toscana, “Animali selvaggi”, ed uno scrittore italiano, Carlo Viscontini, entrambi inventati ma del tutto credibili e ben proposti.

Un intrigo diabolico, insomma, di cui l’autore va fiero e di cui, tra l’altro, dice: “ …E’ un libro fondamentale per me… in cui per la prima volta i protagonisti hanno dei figli… Non so ancora quale sarà il prossimo passo: ma la cosa più importante – ora che questo libro esce in Italia, il paese di mia nonna e il paese del mio cuore – è rendermi conto di quanto i lettori mi siano vicini…”.

franco cortese

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