La CGIL frontalieri a fianco del sindacato e dei lavoratori ticinesi per un salario dignitoso,  per la sicurezza e la solidarietà 

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© Marco Merlini / Cgil Firenze 11 luglio 2016 Un anno fa, un giovane operaio edile è morto sul lavoro, stroncato dal caldo in un cantiere di Firenze. Da allora la Fillea Cgil, gli Rlst (rappresentanti territoriali dei lavoratori per la sicurezza) e gli altri sindacati hanno iniziato un'intensa mobilitazione, che ha coinvolto gli ordini professionali, le istituzioni e le ditte impegnate nei cantieri della città. Questa lunga battaglia ha portato, all'inizio di luglio, all'emanazione da parte della Asl Toscana Centro di una serie di dettagliate linee guida per salvaguardare la salute dei lavoratori nelle giornate particolarmente afose. Si tratta di una sequenza di semplici accorgimenti, ma rappresentano tuttora l'esperienza più avanzata a livello nazionale su un fronte troppo spesso sottovalutato, e possono salvare la vita di molti operai. Nella foto il cantiere “Regione” - Linea 2 Tramvia Firenze (Pausa programmata)

Nell’ambito delle iniziative che sabato 30 ottobre si terranno in cinque città svizzere, la CGIL del comparto frontalieri sarà presente con una propria delegazione composta dai comprensori di confine di Como, Varese, Sondrio e Verbano Cusio Ossola alla manifestazione di Bellinzona organizzata dall’Unione Sindacale Svizzera, a difesa di un salario dignitoso, a presidio della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, a sostegno della solidarietà intergenerazionale ed internazionale tra i lavoratori

Ogni giorno nei tre Cantoni di confine entrano 80.000 nostri connazionali che prestano lavoro nel vasto sistema dell’impresa privata svizzera, tanto nei settori dell’edilizia, del manifatturiero e delle strutture ricettive del privato, quanto nel mondo dell’assistenza sanitaria, dei trasporti e dei servizi pubblici, fornendo un contributo indispensabile all’economia elvetica i cui indicatori sono positivi e la cui dimensione è tornata a livelli pre-pandemici, anche grazie agli investimenti a sostegno realizzati negli ultimi 18 mesi da parte della Confederazione e tuttavia, i lavoratori italiani sono quotidianamente vittime di un fenomeno vasto di dumping salariale inaccettabile.

Alle difficoltà ordinarie e straordinarie della contrattazione collettiva che in Svizzera copre il 50% c.ca dei rapporti di lavoro, si aggiungono in queste settimane quelle di centinaia di lavoratori del settore industriale che saranno privati del salario minimo legale (in vigore dal prossimo 1° dicembre p.v.), a causa di un accordo firmato tra uno pseudo-sindacato e un’associazione padronale fantasma, volto a derogare anche il minimo salariare a beneficio di una concorrenza sleale tra imprese sulla pelle dei lavoratori autoctoni e dei moltissimi frontalieri. Una pratica inaccettabile.