Il Def “contiene una chiara rappresentazione delle aree di intervento su cui si dovrà operare con priorità”. Ma “non sembra offrire, in via di principio, indicazioni sulle scelte che dovrebbero accompagnare il processo delineato.
Oltre al riferimento ai risparmi derivanti dalla spending review, non sono visibili elementi su come il governo intenda procedere per rimanere all’interno del quadro delle compatibilità di bilancio. Il compito viene, incerta misura, rinviato alla Nadef e alla legge di bilancio, le quali si annunciano, pertanto, particolarmente impegnative”. Lo ha detto oggi il presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, in audizione sul Def alle commissioni congiunte Bilancio di Senato e Camera.
Proprio per questo, ha proseguito in audizione Carlino, riguardo al Def appare “sempre più centrale anche per il mantenimento del percorso delineato la piena attuazione delle riforme e degli investimenti del Pnrr. Solo da esso, pur se rivisto e opportunamente ricalibrato, può venire, come messo in rilievo nel Piano nazionale di riforma, quell’impulso in grado di rendere compatibile l’attuazione degli interventi con il mantenimento del Paese su un percorso di stabilità e crescita”, ha concluso il presidente della Corte dei Conti.
Il quadro del Def all’esame del Parlamento, secondo il presidente della Corte dei Conti Guido Carlino, “è ispirato a principi di prudenza. Sia l’intelaiatura macroeconomica che quella di finanza pubblica disegnano per il prossimo triennio un profilo che, pur considerando le incertezze che ancora caratterizzano il panorama internazionale, appare per molti versi equilibrato. Sono rassicuranti, nell’analisi dei conti, le stime che confermano il mantenimento del debito pubblico su un sentiero di graduale riduzione“, si aggiunge.



