La democrazia defunta

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Alle regionali di Lombardia e Lazio sembra abbiano votato rispettivamente il 41% e il 43%

Praticamente chi va al governo oggi rappresenta al più un quarto dell’elettorato.

La democrazia, defunta da tempo nel suo senso autentico come partecipazione, ora mostra di essere agonizzante anche in senso meramente formale.

Intanto nelle altre regioni (quelle dove le elezioni non sono state anticipate per prendere in contropiede gli outsider), in Friuli Venezia Giulia e Molise ha luogo una lotta metro per metro per raggiungere l’esorbitante numero di firme necessarie per avere il privilegio di essere sottoposti al giudizio dell’elettorato.

Per chi non lo sapesse, chi è già nelle istituzioni è esentato dalla raccolta firme. Inoltre quasi tutti i ruoli che possono esercitare il ruolo di certificatore sono soggetti che già appartengono agli insider (consiglieri comunali, regionali, circoscrizionali, ecc.).

Il quadro è dunque il seguente: gli insider sono barricati all’interno delle istituzioni, dove continuano a governare come un’oligarchia autoreferenziale che non teme nulla, perché sa di non poter essere realisticamente sfidata dagli outsider.

So che c’è ancora chi si illude che tutto ciò non abbia conseguenze, che ci si possa rannicchiare in un angolo aspettando che la buriana passi, che vengano tempi migliori.

Ma ad ogni tornata elettorale così confezionata il senso di impunità del potere accreditato cresce, e ciò che ieri poteva sembrare impensabile, diventa domani la nuova normalità.

Spiace per i dormienti e spiace per i risvegliati, comunque sia non andrà tutto bene, per nessuno.

(Andrea Zhok)