La dolce vita di Atreju

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E tu a dicembre vai alla Scala, alla Nuvola o ad Atreju? E’ un mese come sempre ricco di opportunità ed eventi questo, con tre dei più grandi riti identitari nel giro di una decina di giorni

Cominciamo dall’ultimo, la kermesse identitaria di Giorgia Meloni. E’ una Atreju deluxe, decisamente quella della consacrazione di governo e soprattutto di ceto. E’ una Atreju borghese, versione “Jubilee edition”, anche un po’ après ski, questa che va in scena a Roma fino a domani.

Temperatura perfetta nei tendoni trasparenti, tutto maxi: due sale stampa invece che una, 9 giorni invece che otto, tre tipi diversi di pass. Lo sfondo a tutto è blu Atreju, un blu-nero molto elegante, un filo più scuro del celebre blu Estoril di giambruniana memoria.

Radio Atreju ha un suo nuovo avamposto, anche questo trasparente, detto “l’acquario”, dove il deejay ricciolone vestito da Babbo Natale Marco Gaetani sottopone gli illustri ospiti alla “ Ruota della fortuna di Atreju”, e passa l’universo mondo, da Mara Venier a Pietro Senaldi; c’è il “premio Atreju alla carriera” (andato a Beppe Vessicchio, in memoriam). E grafica elegante, il nuovo logo sembra quello di un’acqua minerale di quelle in vetro dei ristoranti stellati, che costano più del vino.

Post-Fiuggi insomma. E poi altre differenze rispetto allo scorso anno, la pista da pattinaggio questa volta ad anello, tutto più articolato, non più al dispersivo (e un po’ da fagottari) Circo Massimo ma attorno a Castel Sant’Angelo che fa molto “Tosca”, e dall’altra parte si sbuca sulla nuova piazza Pia rimessa in ordine da Gualtieri.

E’ una Roma pacificata, questa natalizia, finalmente con addobbi e luminarie degni di una città europea, forte anche del patto tra comune e governo. Può finalmente competere con Milano. Atreju versione giubileo si snoda come un presepione ai piedi della tomba di Adriano-poi carcere: c’è appunto il castello, ci stanno tante capanne, che vendono cibi, bevande, presepi (molti presepi), e poi i tendoni degli immancabili talk.

Il centro però è l’albero di Natale, ovviamente tricolore, con illuminazione a led verde bianca e rossa, ed è tutto un “ci vediamo sotto l’albero”, “sono sotto l’albero, non mi vedi?”. Passa dall’albero Arianna Meloni, va di corsa al tendone “Giustizia Giusta” (l’altro si chiama “Rosario Livatino”, è un Atreju molto referendario) e forse il grande albero segue il nuovo diktat di “Giorgia” che quest’anno si è fotografata ai piedi di un sontuoso abete, ritorno alle origini per lei che si definiva “cintura nera di albero di Natale”, però nel frattempo è tornato “virale” (vabbè) un suo vecchio video in cui si diceva invce “presepista” (seguiva piagnisteo vittimistico, ci vogliono togliere il presepe, i ladri di presepe sotto Natale sono un evergreen della destra, è come a sinistra Zerocalcare che disdice la partecipazione a qualcosa).

Insomma, albero o presepe, pandoro o panettone, tanti riti, e cosa c’è di più bello, a Natale, di un bel rito collettivo? Tradizioni: a livello culinario, Davide Oldani per la cena del dopo-Scala ha dichiarato che ‘il menu è stato pensato con alcuni tocchi milanesi su una base di cucina italiana classica’ tra cui ‘spaghetti 3D Artisia’, ‘Vellutata di zucca con semi tostati, polvere di caffè e sciroppo al balsamico e il Baccalà tiepido setato con uvetta appassita’ e poi ‘Rustin Negàa’ di vitello, “Un piatto tipico milanese, con quel sound del dialetto milanese che quasi diventa internazionale”.

Ad Atreju invece si rimane più sul classico, birre artigianali, polenta, arrosticini abruzzesi. Ma ieri sera alle 20 partiva il Gourmet Italia Bus, un torpedone bianco a due piani dell’Enit, l’Ente del turismo, da piazza Cavour non lontano da qui, e girava per Roma con a bordo la ministra Santanché in un tour da Grande abbuffata a delibare prelibatezze made in Italy per il riconoscimento della cucina italiana a patrimonio Unesco . Unico bus funzionante nella Roma oltretutto bloccata dagli scioperi consueti dei mezzi del venerdì (Fellini, dove sei? Torna).

E’ chiaro che il melonismo punta molto sul food come elemento identitario. Già c’era stata la tavolata coi sindaci in diretta Rai a mezzogiorno qualche settimana fa che ricordava le trasmissioni di Wilma De Angelis, e l’immediata illuminazione del Colosseo dell’altro giorno sempre per la vittoria Unesco.

Tajani invece posta sui social un video di lui che gira un enorme mastello di quello che sembra un risotto alla milanese. Chissà che direbbe Oldani.

Michele Masneri