LA DOTE FINALE DI DRAGHI: UN PUNTO IN MENO DI TASSE SUL LAVORO, DUE PUNTI IN PIÙ DI PENSIONE

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Il governo dell’ex Banchiere centrale saluta l’avvio di agosto con il decreto Aiuti bis che utilizza i 15 miliardi di euro, derivati dalle economie di spesa dei bilanci ministeriali, con interventi per contenere gli effetti inflazionistici

A conferma di come anche interventi minimi richiedano numeri importanti sul piano delle risorse finanziarie pubbliche da mobilitare a copertura: un monito per una campagna elettorale giocata sugli stessi slogan e luoghi comuni di 20 anni fa.

Mentre l’Italia chiude per ferie per tre settimane, anche se le vacanze effettive riguarderanno una famiglia su tre, in un clima insolito tra emergenze meteorologiche e una inedita campagna elettorale parlamentare sotto il solleone più spietato, il governo Draghi si congeda, per il momento (dal momento che dovrà rimanere in carica sino a ottobre), con un bis: il bis del decreto Aiuti che utilizza i 15 miliardi economizzati dai bilanci dei vari ministeri in applicazione della direttiva interna sul contenimento dei costi.

Risorse che andranno in prevalenza a integrare i capitoli dedicati agli interventi per fare fronte ai continui rincari energetici e alimentari dovuti alla protratta emergenza internazionale e alle manovre rialziste che sono seguite sui principali mercati di quotazione del gas, del petrolio greggio e dei cereali.

Tra i provvedimenti più significativi, anche sotto il profilo simbolico, spicca quello che di fatto accantona e riporta in soffitta una delle clausole socialmente più contestate della legge Fornero (a oggi la riforma pensionistica in vigore dopo dieci anni dal suo primo varo): il ritorno della rivalutazione delle pensioni di importo mensile lordo medio, in una misura del 2 per cento, provvedimento che arriva dopo il bonus da 200 euro una tantum previsto dal primo decreto Aiuti. Chiaramente una misura di perequazione non sufficiente di fronte a un rincaro del generi di prima necessità talvolta a due cifre, ma in ogni caso l’avvio di una inversione di tendenza.

In parallelo, viene ridotta di un punto la tassazione sui salari, in pratica il costo del lavoro fiscale, per i redditi alle dipendenze fino a 35.000 euro annui: qui, è stata dichiarata la delusione tanto dei sindacati, che si attendevano una sforbiciata più consistente per aumentare il potere d’acquisto delle famiglie, quanto delle organizzazioni imprenditoriali, le quali chiedevano sconti più coraggiosi al governo sul cuneo fiscale e contributivo.

Altre misure riguardano invece la proroga della riduzione delle accise sui carburanti e del bonus psicologo, così come l’esenzione fiscale dei buoni erogati ai lavoratori per abbattere il costo delle bollette.

Un miliardo viene dedicato a un intervento per la ricapitalizzazione dell’Ilva di Taranto al fine di garantire la continuità industriale del maggiore polo siderurgico europeo dopo una serie di alterne vicende giuridiche e normative che hanno condotto al disimpegno da parte di Arcelor Mittal.

Draghi, nella propria conferenza stampa di congedo, ha dichiarato che lascia in dote una maggiore credibilità internazionale del Paese e un tasso di crescita economica superiore a quello di Francia, Germania, Stati Uniti d’America; e che sarà il suo governo a impartire le direttive per concludere la transizione proprietaria e gestionale di ITA, la società ex Alitalia.

Se un tale andamento sia il portato di un travaso di risorse dai consumatori ai produttori o ai grossisti, saranno le prossime rilevazioni statistiche a dirlo.

Sta di fatto che il decreto Aiuti bis deve servire a un robusto richiamo alla realtà per tutte le forze in competizione da qui al 25 settembre: se interventi certamente minimi hanno comportato impegni di fondi per 15 miliardi di euro, è stato calcolato che l’attuazione delle promesse elettorali fin qui sentite comporterà una maggiore spesa pubblica a regime di 100 miliardi annui, a fronte di un extra gettito fiscale tutto da quantificare.

Tra il 15 e il 22 agosto saranno depositati i programmi ufficiali dei vari partiti e schieramenti. Per intanto, è vicenda nota che Giorgia Meloni, leader di fratelli d’Italia e di fatto del centrodestra, sia in contatto con lo stesso Draghi per conoscere la reale entità dell’emergenza dei conti statali.

Dir. politico Alessandro ZORGNIOTTI