VALLI DI LANZO (TO) – La straordinaria ricchezza della natura nelle Valli di Lanzo offre uno spettacolo che non è semplice qui riassumere, occorrerebbe assistervi “in diretta” per apprezzarlo; comunque ci proviamo.
Queste valli fanno parte del settore meridionale delle Alpi Graie italiane; sono tre e comprendono la Valle di Viù (tre comuni: Viù, Lemie e Usseglio più piccole parti dei territori di Traves e Germagnano), la Valle di Ala (Ala di Stura e Balme) e la Val Grande (Cantoira, Chialamberto e Groscavallo). Fa eccezione il comune di Ceres i cui territori sono distribuiti tra Val Grande, Val di Ala e Valle inferiore o Bassa Valle (comprendente il tratto comune delle Valli). Esse hanno un unico sbocco in pianura nella strettoia di Lanzo Torinese (a 30 km da Torino).
Il territorio delle Valli di Lanzo ha la fortuna di godere di un clima relativamente mite, con poggi e colline prevalentemente ben esposti al sole ed alla luce e acqua sufficiente, per cui offre una bellezza ambientale naturalistica ricca di specie vegetative varie, omogenee, salvo poche eccezioni, in tutte e tre le Valli, compresi vari e diversi tipi di orchidee (orchis maculata) ed alcune piante insettivore.
La flora (le specie viventi nel territorio) e la vegetazione (gruppi di vegetali che insieme formano prati, boschi, foreste, pascoli…) offrono da sempre una grande varietà di proposte per il naturalista, lo studioso, il visitatore ed anche per il semplice ed appassionato turista.
Pur se condizionate da molteplici fattori, non solo meteorologici e geomorfologici (da fine Ottocento al secondo dopoguerra l’aumento di popolazione ha creato nuovi campi, pascoli ed aree per abitazioni e servizi a discapito di vegetazione e flora), le tre vallate presentano sia alberi da frutta (mele, pere, castagne…) coltivati (quelli spontanei sono poco apprezzati), su cui domina il castagno spontaneo, anche se oggi in forte calo, sia boschi di latifoglie (fino ai 1000 m) che però, in assenza di cure e tagli mirati vanno trasformandosi con la presenza di piante più fragili: noccioli, pioppi, frassini, robinie, betulle, aceri, tigli,…
Sono rimasti pure parecchi faggeti (1100 – 1500 m ) nelle loro variazioni “tipiche” (terreno umido) e “xeriche” (terreno asciutto). Da notare che la canapa è l’unica pianta tessile che è stata coltivata in passato nelle Valli di Lanzo.
Nelle zone umide si incontrano inoltre le viole palustri, il giunco, il trifoglio, gli eriofori,…
Oltre i 1800 m la flora tende a scomparire; quella tra i 1800 ed i 3000 m non è più naturale, in quanto il terreno è stato concimato dai pascoli, tranne alcune aree ricche di muschi e licheni, dal bel verde al bellissimo colore dorato, che crescono spontanei oltre i 2800 m.
Nelle medie altezze si incontrano anche le pinete, ma sono sempre più rare, tanto che in alcune zone vengono oggi ripiantate, trovando il loro spazio insieme a larici e varie forme di arbusti minori; rododendro, mirtillo nero, lampone, ontano alpestre, rosa selvatica… crescono più o meno dappertutto come vari tipi di piante medicinali (in numero notevole, ma poche sono quelle ancora in uso), aromatiche, commestibili (ancora oggi largamente diffuse nelle Valli) e velenose (aconiti, colchici, vetraro bianco e perfino la cicuta); poi ancora: genziana, arnica, valeriana, genepì, stella alpina, ruta, timo, maggiorana, taraxacum officinale, crescione, erba cipollina,…; un discreto numero di esse è protetto dalla Legge Regionale 32/82 che ne vieta la raccolta.
Conseguentemente alla presenza di boschi prosperano ancora nelle Valli di Lanzo – anche in estate, in alcune zone umide – molte varietà di funghi: il conosciuto e ricercato porcino (boletus edulis reticulatus), la comune famigliola o chiodino (armillariella mellea), il globulare geaster (che si apre a stella), la stropharia aeruginosa (dal bel colore verde-azzurro), la comunissima mazza di tamburo (lepiota procera), la temibile e velenosa amanita phalloides… solo per citare i principali.
Ogni tipo di terreno, con le sue ore di insolazione, la sua umidità ed i suoi sali minerali, crea una sua specificità che in ogni area caratterizza la vegetazione. Così possiamo trovare prevalentemente piante, fiori, arbusti e infiorescenze specifiche in ogni Valle. A titolo non esaustivo possiamo a questo proposito citare: in Val Grande: la campanula excisa, il larice (abbondante), l’abete rosso (raro), il faggio; in Val d’Ala: il larice (abbondante), la peonia pellegrina (dai bei fiori rossi, molto rara); in Val di Viù: il larice (scarso), il tulipano dei campi (tulipa sylvestris), l’aconito (aconitum anthora), gli abeti ed i pini (questi ultimi impiantati qualche decennio fa), la draba aizoides, la vitaliana primulae, la scutellaria, numerose orchidee (in bassa valle)…
Infine, a cavallo dello spartiacque tra le Valli di Lanzo e le Valli Ceronda e Casternone, si trova un endemismo molto raro, per il quale è stata creata l’unica Riserva Naturale Integrale esistente: l’euphorbia gibelliana (specie nella valle inferiore di Mezzenile).
Nelle stesse aree si ritrovano il narciso selvatico e varie forme di orchidee.
Due grandi pericoli minacciano però questo piccolo tesoro floristico e naturalistico sopra descritto: l’incuria dell’uomo e gli incendi, che ogni anno fanno più danno dell’abbandono.
Vari siti web nella rete.
Bibliografia prevalente: Aldo Chiariglione – “Le Valli di Lanzo. Guida naturalistica” – Verona, Cierre, 1994. Libro che consigliamo per approfondimenti.
Franco Cortese Notizie in un click



