“LA GLOBALIZZAZIONE HA RIDOTTO LE POVERTÀ MA IL SUO PREZZO È STATO PAGATO DALLE CLASSI MEDIE OCCIDENTALI”

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Ignazio Visco, Governatore uscente della Banca d’Italia, è stato ospite a Torino al festival dell’economia ospitato presso il teatro Carignano, dove ha dialogato con pubblico e giornalisti sulle sfide geopolitiche inseparabili da quelle macroeconomiche globali cui l’Europa e quindi anche l’Italia sono attese

Purtroppo, stando alle considerazioni espresse dal vertice di via Nazionale, non vi sono molte speranze che la Cina – nella fase post covid – decresca a un ruolo marginale nei settori strategici da cui scaturiscono e sempre di più in futuro origineranno i beni e i servizi utilizzati dalle popolazioni dei Paesi occidentali.

L’esempio in tal senso lampante rimane quello dell’auto elettrica, rispetto alla quale – ha ricordato Visco – il Paese della Grande muraglia appariva già molto bene posizionato per tecnologie produttive, mentre da noi, nello stesso periodo di tempo, prevalevano ancora le discussioni su come e quando, di là da venire, si sarebbe manifestata la rivoluzione dei veicoli a trazione alternativa al fossile.

Ignazio Visco, sotto questo aspetto, ha lamentato, nel corso della kermesse svoltasi nel capoluogo piemontese, le eccessive pause di riflessione registrate tanto nel vecchio Continente quanto pure oltre Atlantico, negli Stati Uniti d’America, poiché la somma dei due blocchi occidentali non raggiunge i traguardi già conseguiti da Pechino sul capitolo delle batterie; in parallelo, l’accelerazione del Governo Italiano sui fondi del Pnrr potrà migliorare la dote infrastrutturale, in termini di ricerca avanzata e di impianti di ricarica, funzionale a localizzare da noi le attività componenti le filiere della mobilità elettrica.

Il rapporto con la Cina e con il blocco asiatico e orientale, dopo lo shock pandemico, è tornato centrale sul piano dello scacchiere geopolitico a seguito dell’aggressione russa a danno dell’Ucraina, e si colloca nella più vasta riflessione da dedicare al tema della globalizzazione: dopo il crollo del muro di Berlino, l’estensione del regime del libero commercio ha consentito di ampliare la sfera del benessere e di ridurre, a fronte di un aumento della demografia mondiale, il numero delle persone povere dai due miliardi precedenti ai 700 milioni attuali.

Un processo che non è stato indolore, poiché a pagarlo sono state, in misura proporzionalmente maggiore, le classi medie storiche dei Paesi industrializzati dell’Occidente, sulle quali sono ricaduti i costi più incidenti dell’austerità fiscale, della perdita del potere d’acquisto e delle ridotte tutele sociali pubbliche.

Punti sui quali Visco ha richiamato ciascuno a esercitare in maniera coordinata il ruolo assegnato: la politica monetaria ha il compito di presidiare la stabilità dei prezzi e il ritorno a una inflazione più moderata, ma essa non può sostituirsi alle politiche economiche e fiscali dei Governi, anche se sull’aumento dei tassi di riferimento e del costo del denaro – ha tenuto a precisare il Governatore della Banca d’Italia con un riferimento indiretto alla Presidente della BCE Christine Lagarde – sarebbe stata forse doverosa “una spinta più graduale” e meno marcata per non penalizzare le economie reali.

Il contenimento del livello generale dei prezzi rimane una priorità nazionale e continentale, e in tale ambito Ignazio Visco si attende che l’inflazione di fondo segua a ritmi più rapidi l’andamento calante delle quotazioni dell’energia, evitando che i prezzi rimangano elevati per effetto delle tendenze rialziste in atto nei profitti di alcuni settori economici e nelle richieste salariali.

Rispetto a queste ultime, il Governatore di via Nazionale ha tenuto a smentire alcune letture interpretative che lo vorrebbero troppo severo nei confronti dei lavoratori dipendenti: nessuno vuole che le retribuzioni reali cadano di fronte ai rincari del costo della vita, però i salari devono essere interessati da sostegni di tipo eccezionale e temporaneo relativamente ai redditi più bassi, e da qui discendono le aperture del numero uno di Bankitalia a favore della paga minima legale, e in linea generale da aumenti allineati alla crescita economica.

Ogni ulteriore sostegno alle categorie sociali intermedie dovrà provenire da una tassazione meno punitiva nei confronti dei redditi da lavoro e più orientata a trasferire il carico impositivo sulle rendite.