La guerra in Medio Oriente e le sue conseguenze nella guerra in Ucraina

0
26

Il conflitto israelo-palestinese nasce con la stessa formazione dello Stato d’Israele e ci vorrebbe un libro intero per raccontarne la storia.

In questi giorni si è aperto un nuovo capitolo di questa storia e nessuno sa come andrà a finire e se il conflitto allargherà. Lo scopo di Hamas e di chi ha preparato questa spietata operazione militare, vale a dire l’Iran con i miliziani di Hezbollah (anche se mancano le pistole fumanti), è evidente: impedire la prosecuzione degli “Accordi di Abramo” attraverso i quali Israele, normalizzando i rapporti con gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita, stava con l’aiuto americano, riuscendo a separare il mondo islamico. La guerra scatenata da Hamas per conto iraniano ha questo obiettivo: bloccare prima che sia troppo tardi questo processo. L’Iran vuole al contempo dimostrare di essere la vera guida culturale e spirituale dell’intero mondo mussulmano, non solo di quello sciita, ma anche di quello sunnita, perché tutto Islam deve essere unito contro l’ebraismo. Chi oggi non tiene conto del ruolo che il fattore religioso gioca in questo conflitto è destinato a non capire nulla. Sia ebrei che mussulmani attendono il loro messia e la fine dei tempi è vicina per entrambi. Questo fattore escatologico è tutt’altro che trascurabile.

Ora è evidente che in questa situazione gli Emirati e l’Arabia Saudita difficilmente potranno continuare ad accordarsi con Israele perché se lo facessero sarebbero dichiarati nemici dell’Islam. Dovranno quindi desistere dagli “Accordi di Abramo”. L’obbiettivo iraniano probabilmente sarà quindi raggiunto. Ma il costo da pagare sarà altissimo. Lo Stato di Israele è nato per evitare i progrom e quello che si è verificato è un progrom; per questo la reazione israeliana non potrà che essere terribile. Quella che si sta preparando è una tragedia di proporzioni bibliche. I palestinesi saranno la vittima sacrificale di una nuova raggiunta compattezza del modo islamico sotto la guida spirituale iraniana.

E il mondo che farà? Gli Stati Uniti si trovano ora a dover gestire due fronti di guerra, uno in Europa e l’altro in Medio Oriente. Non possono abbandonare Israele e questo non potrà non influire sull’altro fronte. L’ Unione europea, che è intervenuta in Ucraina per difendere un paese aggredito (ammesso e non concesso che sia così), ora si limiterà a qualche sanzione contro i palestinesi. E la Russia? È evidente il tentativo dell’Iran di coinvolgerla nel conflitto insieme alla Cina, ma non credo che Putin si lascerà tentare da questa nuova avventura. Putin non ne ha bisogno, questa guerra indebolisce il fronte occidentale e questo per il momento gli basta. Inoltre, non bisogna dimenticare che un milione di abitanti in Israele sono russi.

Paolo Becchi