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La Lunaria annua, tante piccole lune nei sottoboschi umidi d’autunno

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Un’erba bella in tutte le stagioni: a primavera inoltrata si fa notare grazie ai suoi fusti svettanti, portanti a ogni ramificazione ghirlande di fiori rosa fucsia e in autunno la ritroviamo forse ancora più bella, anche nel Parco dei Castelli Romani, quando i frutti maturi e secchi chiamano lo sguardo perché simili alla luna

Quando ero bambino il mondo era un posto diverso. A 10 anni potevamo con le bici avventurarci a distanze oggi inimmaginabili, nei boschi, nei campi o lungo il fiume. Scoprivamo le cose, belle e brutte quando le incontravamo sulla strada senza averne mai sentito parlare.

La lunaria é una di queste cose: era speciale in autunno trovarla nei sottoboschi umidi. I semi restano imprigionati in una membrana pergamenacea che sembra di madreperla. Come agli speziali di un tempo anche a me sembravano tante piccole lune e a mia madre piacevano molto.

In passato si diceva avesse il potere di intercedere per noi con la dea Luna e chi ne avesse avuto in casa avrebbe avuto fortuna e ricchezza. Il riflesso dei raggi Seleni portava pace, distendeva i nervi, proteggeva dagli spiriti notturni ed era simbolo di onestà e chiarezza.

La Lunaria annua è nota con diversi nomi comuni, fra cui monete o occhiali del Papa. Il riferimento popolare è tradizionalmente associato a papa Pio XI che per primo indossò degli occhiali con lenti simili ai frutti della lunaria. Chiamata anche erba luna, per i suoi frutti che ricordano la luna: sono silique ( frutto caratteristico della famiglia delle Brassicaceae) di forma ellittica o tondeggiante, grandi dai 2 ai 6 cm. Inizialmente verdi, raggiungono un colore argentato con la maturazione. Ogni siliqua è composta da due valve e una membrana centrale che contiene i semi, che sono visibili quando la “moneta” è guardata in controluce.

La lunaria fu erroneamente chiamata annua da Linneo ma presto ci si accorse che era in realtà biennale fiorendo al 2′ anno dalla semina. È una brassicacea, della famiglia dei cavoli, della senape e della rucola.

Le Brassicacee sono fonti importanti di zolfo, come ho avuto modo di raccontare a proposito della Diploraxis erucoides, che le conferisce proprietà stomachiche ed antiscorbutiche (radice) ma la lunaria è anche la miglior fonte di acido Nervonico utile nella malattie neuronali come Alzheimer e sclerosi multipla.

Si tratta di un acido carbossilico essenziale per la sintesi della guaina mielinica che avvolge gli assoni dei neuroni. Quest’acido é comunemente presente nel latte materno e contribuisce ad una corretta formazione del cervello dei neonati ed é per questo che spesso la Lunaria (olio) viene prescritta nell’integrazione alimentare dei nati prematuri.

La pianta è commestibile: foglie, fiori e radici possono essere consumate cotte o crude mentre dai semi si puo ottenere una pasta dal sapore gradevolmente mostardato che accompagna carni e verdure.

fonte: viveresostenibilelazio – Massimo Luciani, Etnobotanica