Ogni giorno ha la sua pena Rai. C’eravamo lasciati con gli ansiogeni bollettini quotidiani sulle nomine perché noi, persone sensibili, empatizzavamo con le ambasce dei possibili sommersi o salvati dal governo del Merito, della Sovranità e del Made in Italy. Li pensavamo tutti, porelli, col cuore in gola a sbirciare news dal cellulare, anzi a spizzarlo come si fa con le carte da poker quando potrebbe uscire un full servito oppure il caos.
Ah, che sollievo quando si sono mirabilmente allineati i nomi di Chiocci, Preziosi, Volpi, Pionati, Ciannamea che abbiamo memorizzato come l’Italia del Mundial: Zoff, Gentile, Cabrini, Orali, Collovati. Con Scirea la roccia stabile, salda e duratura, tale e quale l’irremovibile nei secoli (e nelle reti) Mario Orfeo, l’eroe del Tg3, dell’Alcazar, o se preferite della Leningrado assediata, dell’Italia laica, democratica, antifascista e che resiste, forza e coraggio! Perfino Pino Insegno sembrava essere andato a dama (dio che fatica) anche se dopo tanto tribolare speravamo in qualcosa di meglio. Infatti, “dovrebbe approdare a ‘L’eredità’ ma non si escludono serate evento” (“Repubblica”).
Ok, quando la nostra riacquistata serenità è stata turbata da due notizie. Se la prima (“E adesso tocca alle vicedirezioni”) fa parte del “panta rei”, dell’eterno divenire della realtà e delle poltrone, sono le puntute affermazioni della premier che ci creano apprensione. Perché la minacciosa promessa di liberare la cultura, e dunque la Rai, “dal potere intollerante della sinistra” va letta in connessione con la frase precedente: “Se qualcuno deve misurarsi col merito e decide che non ce la fa non è un nostro problema”.
Occhio al significato duplex che, se da una parte si rivolge ai Fazio e alle Annunziate che hanno giustamente sloggiato, dall’altro è un evidente “achtung” rivolto ai numerosi beneficiati dal regime che da subito dovranno impegnarsi a fare ascolti superiori (o almeno non inferiori) da quelli non disprezzabili raccolti dagli intolleranti della sinistra. Un serio problema che Pierluigi Celli, storico vertice di Viale Mazzini, così riassume:
“Stanno scegliendo i mediocri, così si fanno male da soli”. E, dunque, lottizzati di cielo, di terra e di mare state in campana perché Giorgia, l’underdog che non deve chiede mai, “po esse fero e po esse piuma”. Infatti, “il problema con lo spoil system è che ce stanno più culi che poltrone” (Altan).
Antonio Padellaro



