Il composto formato dall’antivirale Nirmatrelvir e dal farmaco potenziante Ritonavir è in uso a livello sperimentale e, notizia del 4 febbraio, ha permesso la guarigione di un uomo di 54 anni, con malattia cardiovascolare e Covid-19, all’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma.
Allora c’è speranza per tutti? Non proprio. Il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell’Università statale di Milano, dà una stima dei tempi di approvvigionamento non proprio tempestivo. Venerdì 4 febbraio infatti arrivano i primi antivirali della Pfizer ma solo in 11.200 unità: “È simbolico. Dovremo aspettare qualche mese. Presumibilmente con la prossima ondata che ci sarà tra ottobre e dicembre prossimo, che non sarà una vera e propria ondata ma un colpo di coda, avremo a disposizione anche gli antivirali” dice il virologo all’AdnKronos.
Gli anticorpi monoclonali? Soluzione economica ed efficiente per molti casi, ma spesso non si trovano. “Anche a me sono state segnalate situazioni di persone con comorbidità che sarebbero state candidate alla terapia e si sono ritrovate senza”.



