La pirateria tv fa perdere allo sport 267 milioni

0
20
pallone

Oltre un miliardo e mezzo di perdite l’anno – di cui 267 milioni solo per lo sport – e un impatto sul PIL per 716 milioni, che brucia più di 9000 posti di lavoro e sottrae gettito all’erario. Sono solo alcuni dei numeri italiani legati al fenomeno della pirateria tv, discusso oggi a Roma all’Auditorium dell’Ara Pacis durante gli “Stati Generali della lotta alla pirateria tra legalità e sicurezza”.

L’indagine Fapav/Ipsos 2021, infatti, dimostra come salga al 43% l’incidenza della pirateria audiovisiva tra gli italiani adulti che hanno fruito illegalmente di film, serie tv, programmi ed eventi sportivi.

“Lo sport, però, è fra le industrie più colpite”, denuncia la sottosegretaria del Governo, Valentina Vezzali, nell’apertura dei lavori.
“A livello normativo la politica sta cercando di porre rimedio alla mancanza di celerità e flessibilità nel contrastare la pirateria. A questo riguardo, confermo il mio supporto a dar vita a una task force operativa h24 per tutti i giorni della settimana”, è la proposta lanciata dalla sottosegretaria che per contrastare questo fenomeno ritiene fondamentale “un lavoro in sinergia a livello istituzionale di tutti i protagonisti dell’industria audiovisiva”.

Anche perché la ricerca Fapav parla chiaro: la pirateria in Italia avanza in termini di audience ma decresce sotto il profilo della frequenza, ma un discorso a parte va fatto per gli sport live. E se nel 2019 per questa tipologia di contenuto la percentuale di fruizione si attestava al 10%, nel 2021 è salita al 15%. Di percentuali più alte si parla quando il confronto si sposta sui pirati consapevoli della gravità dei propri comportamenti: qui si tratta del  al 50% nel 2021, quasi il doppio rispetto al 2019 dove la quota si fermava al 28.