La politica italiana corre ai ripari

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Sono insopportabili i Gramellini che, con le musiche emozionali, impartiscono lezioni di etica dalla TV nazionale e dalle rubriche quotidiane infamano chi ha opinioni più lontane dal sistema ma che sono, a mio avviso, molto più lucide e pertinenti.
Se vuoi essere rispettato dai media, devi auspicare armi, armi e ancora armi da inviare in Ucraina senza uno straccio di strategia per agevolare la fine di questa tragica guerra. Non si può dire che tutte le guerre sono tragiche e che tutte le guerre portano strazi, morti, fosse comuni, povertà, paura. E che tutte le guerre sono tali per la presenza delle armi, perché ci sono le grandi potenze che rilanciano continuamente nuove tecnologie di offesa ma non argomenti e pretesti di pace.
Non si può dire niente di tutto questo perché altrimenti sei putiniano e stai con l’aggressore. Cercare una soluzione pacifica, quando non ti qualifica come un inutile inetto, ti mette dalla parte del cattivo.
La politica italiana non si espone su questi tiri a bersaglio perché occupata e preoccupata a nascondere i suoi fallimenti, la sua imperdonabile indifferenza e la sua pavida inconsistenza nei riguardi delle urgenti difficoltà delle famiglie e delle imprese lasciate a loro stesse in questi tempi bui.
E, allora, che fa per correre ai ripari? Rispolvera i temi etici divisivi nel subdolo tentativo di distrarre le masse. Argomenti delicati, importanti e fondamentali per la qualità della vita di tantissimi cittadini come il contrasto all’omotransfobia, l’utero in affitto e il fine vita vengono sbattuti nel calderone della propaganda per far accapigliare qualche esponente di partito e farlo sentire vivo con l’abile accompagnamento degli intellettuali di cui sopra che si lanceranno come missili nel puntare il dito contro l’uno o l’altro per dare un senso alla loro ben ricompensata presenza sui media.