La questione corruzione in Ucraina ci riguarda molto da vicino

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Mentre qui da noi si sta per approvare una manovra di bilancio di galleggiamento, mentre si raschia il fondo del barile di un Paese impoverito e stanco inventandosi nuovi balzelli per racimolare qualche milione di euro, si prosegue a inviare soldi e armi in Ucraina senza averne il minimo tracciamento.
È sconcertante il silenzio della nostra politica rispetto all’intenzione di Zelenzky di decapitare le agenzie che accertano i fenomeni corruttivi e alla scoperta quasi contestuale che proprio le persone a lui più vicine sono risultate coinvolte in tali fenomeni criminali. Nessuna indignazione, nessuna richiesta al Presidente alleato che tutti abbracciano e sostengono senza chiedergli alcun conto di ciò che avviene nel suo Paese. Anzi, si procede spediti a confezionare altri pacchetti di aiuti continuando a ignorare le profonde difficoltà di casa nostra.
Riconosco, però, l’abilità comunicativa di Meloni che riesce sempre a portare sul suo terreno sia le opposizioni sia i media.
Proprio ora, mentre si discute la legge più importante dell’anno, quella in cui si destinano dei soldi, quella con cui si dovrebbero risolvere i problemi economici di un’Italia sfinita e ultima, insieme alla Germania, in termini di crescita in Europa, l’attenzione è rivolta alla sicurezza. Badate bene, la sicurezza delle nostre città è questione fondamentale perché non è giusto che i cittadini vivano in costante pericolo quindi dovrebbe essere affrontata con coscienza ma Meloni la usa per sviare il dibattito dai temi economici e coprire i suoi fallimenti.
Purtroppo, nessuno è in grado di indurla ad assumersi qualche responsabilità.
Ma si sa, Meloni sta facendo la Storia, ogni suo incontro è storico. Ogni stretta di mano è strategica. Da oggi nei talk si abbandonerà persino la sicurezza a favore degli accordi con l’Albania che, naturalmente, sono storici. È tutta una storia, brutta però, molto brutta.

Barbara Lezzi