La sindaca di Terracina è stata arrestata per le concessioni balneari

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Cinquanta indagati, sei persone agli arresti domiciliari e sette interdette dai pubblici uffici. Terracina, città del litorale pontino a pochi chilometri da Roma, si è svegliata con le sirene dei carabinieri e della guardia costiera che hanno notificato una serie di ordinanze con ipotesi di reato che spaziano, a vario titolo e a seconda delle posizioni, dal falso, alla turbata libertà negli appalti riguardanti l’affidamento in gestione di spiagge e servizi connessi alla balneazione, frodi, indebite percezioni di erogazioni pubbliche e rivelazioni di segreto d’ufficio.

Tra le persone coinvolte e finite agli arresti domiciliari anche la sindaca Roberta Tintari, esponente di Fratelli d’Italia. Con lei, oltre a due altri esponenti dell’amministrazione – tra cui l’ex vice sindaco Pierpaolo Marcuzzi coinvolto in un procedimento giudiziario a gennaio scorso e attualmente nello staff dell’eurodeputato Nicola Procaccini (che risulta indagato in questo procedimento) – anche tre tecnici.

Il provvedimento della procura di Latina ha disposto anche il sequestro preventivo di un camping, di un ristorante e dei beni di una associazione esistenti presso la cosiddetta Arena del molo di Terracina. Le indagini, iniziate nel 2019 nell’ambito delle operazioni “Mare sicuro”

condotte dalla Guardia Costiera, hanno permesso di accertare una “pluralità di fatti – ha riferito una nota della procura – di rilievo penali connessi alla gestione dei servizi relativi alla balneazione, a illegittime sanatorie riguardanti opere e manufatti insistenti sul pubblico demanio marittimo, a lavori e opere pubbliche eseguite e commissionate dal Comune di Terracina nonché alla illegittima acquisizione e gestione di fondi economici strutturali”.