La terza via di Calenda: “Discutiamo con tutti, tranne Cinquestelle e Fratelli d’Italia”

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Discutiamo con tutti i leader in modo aperto e costruttivo perché in Italia abbiamo una crisi di responsabilità, che va risolta dentro la politica.

La politica non riesce ad assumersi la responsabilità del buon governo. Quindi si votano i provvedimenti al Consiglio dei ministri e poi si bocciano in Parlamento: un segnale molto deteriore che viene dalla Lega e dal Pd. Serve serietà e responsabilità”. Non risparmia le critiche agli alleati di maggioranza il leader di Azione Carlo Calenda, parlando ai cronisti in apertura del primo congresso del partito da lui fondato, Azione.

“I nostri interlocutori – prosegue – sono tutti quelli che si riconoscono nella necessità dell’Europa e dello stato di diritto, qualcosa in più della semplice democrazia, gli eredi delle grandi famiglie, i popolari, i socialdemocratici e i liberali. Dovremmo governare con loro ma sono sottomessi a sovranisti e i populisti: così alle prossime elezioni avremo le solite formazioni, Fi con Lega e FdI, e dall’altro lato Pd con i 5S. E si parlerà di comunisti e fascisti. Noi invece siamo per una terza opzione da offrire ai cittadini.

Poi non esiste un partito senza un congresso, senza un radicamento sociale. Se la Lega è quella di Giorgetti si può dialogare, se è quella di Salvini che dice una cosa e poi un’altra, no. Non si può governare inseguendo tutte le fettine dell’elettorato. Questa apertura non vale con i Cinquestelle che hanno inquinato la politica italiana in termini di valori, con la tesi che uno vale uno sul piano della competenza. Hanno distrutto il lavoro fatto su Industria 4.0, su Ilva. Io quelle cose non me le dimentico.

E’ un partito che non ha valori senza bussola: non è un interlocutore”. Intervenendo più tardi dal palco, Calenda ha chiuso le porte anche anche a Fratelli d’Italia: “Il dialogo si fa a partire da valori comuni”. Un approccio che estende anche allo scenario europeo: “Noi non costruiremo l’Europa con Polonia e Ungheria e, prima o poi, bisogna mandarli fuori dall’Europa e continuare con i grandi Paesi fondatori”.

Tra gli altri temi toccati nel suo intervento, la scuola: “Viene prima di ogni altro problema di qualsiasi natura che questo Paese può avere. L’Italia è il paese con meno laureati dell’Unione Europea, il 70% dei ragazzi del sud non hanno mai preso in mano un libro. È un disastro che chiama in causa tutti”.

“Siamo il sesto partito italiano”, ha inoltre sottolineato, iscrivendo Azione alla tradizione liberalsocialista di Carlo Rosselli e Piero Gobetti: “Non aspiriamo al centrismo. Crediamo nel pensiero che mette in equilibrio la potenza della libertà individuale e la società in cui si vive. Se quella società si spacca anche lo sforzo dell’individuo decade”.