Paola Pollini (Consigliera regionale M5s Lombardia): “Il dato più allarmante emerso dall’audizone di oggi è che, nonostante l’apparente unità di intenti sulle opere in questione da parte di tutte le istituzioni rappresentate (Ministero, Regione e AIPO), vi sia un totale disallineamento sulla questione alla base delle contestazioni mosse dal Comitato, una questione di cui mi sono fatta portavoce.
Non è infatti ancora chiaro di quanto dovrà essere l’escursione massima del lago, una volta terminati gli interventi programmati.
Secondo alcuni il livello massimo sfruttabile dovrà essere posto a 3,25 metri, cioè al massimo livello di capienza della nuova diga, mentre secondo altri il riferimento rimane l’accordo siglato nel 2002, aggiornato nel 2007 e ad oggi in vigore, che fissa in 1,3 metri il dislivello massimo.
Nel merito ho riscontrato sempre meno certezze e molte più preoccupazioni. Non solo per le risposte contraddittorie sui numeri, ma soprattutto perché sembra che i tecnici e la politica non comprendano a pieno il danno che può fare all’ecosistema lacustre una differenza di escursione anche di un solo metro.
Trovo del tutto inaccettabile che a distanza di 12 anni, cioè da quando questo progetto ha ottenuto il via libera alla Valutazione di impatto ambientale, non vi sia ancora chiarezza su quale sia il destino del lago.
Ho fatto presente che da quel numero dipende un’intera comunità che, negli ultimi decenni, ha fondato sul turismo gran parte del proprio sostentamento. L’escursione di 3,25 metri significa la morte biologica del lago, il degrado delle sue acque, la perdita di metri di battigia, danni alle attività ricettive e all’immagine di tutto il lago.
Ho sentito ancora parlare della paleofrana che, secondo i tecnici di Regione, sarebbe in costante movimento e che avrebbe causato i danni alle condotte che portano acqua dal lago al fiume Chiese. Affermazione in contraddizione con le risposte alle mie interrogazioni, dalle quali emerge che i danneggiamenti sono stati causati da inondazioni eccezionali e non dalla frana. Non mi resta che chiedere a Regione Lombardia i dati del monitoraggio della frana, visto che è tenuta in costante osservazione, al fine di verificarne il reale rischio.
Indipendentemente da ciò, ritengo che il Lago d’Idro debba essere regolato esattamente come qualunque altro lago, ovvero con una escursione che non vada oltre il metro e mezzo, vincolando pertanto la realizzazione di queste opere a tale obiettivo.
Oggi, l’accordo del 2002-2007 è stato nuovamente messo in discussione. Aumentando il timore che l’obiettivo sia quello di stralciarlo e riscriverlo, riportando l’escursione a 3,25 metri, come vorrebbero gli agricoltori dell’asta del Chiese. Così fosse emergerebbe in modo inequivocabile come sia questo l’unico vero obiettivo di tutta la politica e di coloro i quali, nel corso degli ultimi anni, si sono autoproclamati difensori del Lago d’Idro, senza aver mai fatto nulla per difenderlo” così Paola Pollini (M5s) al termine dell’audizione con AIPO, il commissario straordinario, l’Assessore Comazzi e la direzione generale enti locali di Regione Lombardia, in merito alle opere sul lago d’idro oggetto di una petizione popolare avanzata dal comitato Salviamo il Lago d’idro e in discussione in queste settimane in VI commissione.



