L’algoritmo è una brutta bestia, specie quando fa molto caldo. Ma anche le compagnie aeree non scherzano. Ho bisogno di due biglietti Roma-Alghero. Apro il sito Aeroitalia la sola compagnia che copre il viaggio. Inserisco le date di partenza e di arrivo.
La partenza costa 59 euro, per due passeggeri: 118. Il ritorno 96 a persona, per due 192. Totale 310. Bene. Clicco “continua”. Prima curva, prima novità: il sistema mi dice che ho diritto solo a una borsa di 40 centimetri per 30 che stia sotto al sedile. Se voglio portare in cabina il trolley sono altri 45 euro, quindi le cappelliere non sono più comprese nel biglietto. Rifiuto.
Sto due giorni: due magliette, il computer, lo spazzolino, due libri mi bastano: rinuncerò a B. Una vita di troppo di Filippo Ceccarelli che ha 632 pagine e pesa. Bon.
Clicco “continua”. Seconda curva, seconda novità. Il sistema mi dice che per avere il posto servono 20 euro fino alla fila 9, poi 12, poi 10 fino agli ultimi posti.
In alternativa ci sono quelli “casuali” ma con l’avvertenza dei dispetti allestiti dal sistema: “Il posto assegnato casuale sarà probabilmente al centro dei tre sedili”, cioè il più scomodo. Sicuramente “ultime file”.
E poi: “Il posto assegnato non sarà accanto al secondo passeggero”, sarete separati l’uno dall’altro.
Non mi frega niente del posto scomodo, quello al centro dei tre, e siccome il volo dura 1 ora e 5 minuti resisterò per tutto il tempo necessario distante dalla mia compagna di viaggio, posso farcela, ci scriveremo una lettera, ma specialmente non voglio assecondare il sopruso visto che il biglietto dà già diritto a un posto, la tassa in più è una odiosa furbata inventata dalle compagnie low-cost che ora stanno adottando tutte le linee aeree per spremere un altro po’ di fatturato da ogni passeggero.


