Oggi probabilmente abbiamo un milione di posti di lavoro che non riusciamo a coprire, mentre abbiamo tante persone che sono fuori dal circuito lavorativo e quindi dall’impegno attivo nel mondo del lavoro” lancia l’allarma la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, al Forum Confcommercio
“Guardo con grande interesse a una stagione di protagonismo dei corpi intermedi nello Stato. Credo che si debba tornare a un forte protagonismo delle associazioni datoriali e delle associazioni sindacali” aggiunge la titolare del dicastero del Lavoro.
“Le politiche attive devono diventare anche proattive, di accompagnamento reale al lavoro che ha bisogno di tanto, tantissimo accompagnamento” prosegue poi Calderone. “L’altro grande tema su cui stiamo lavorando – continua la ministra – è quello di fare in modo che le imprese possano avere i lavoratori formati per il lavoro che c’è ed è soprattutto per quelli che ci sono le sfide dell’oggi e del domani”, a partire dalla transizione ecologica e digitale.
Davanti a un’altra platea, poi, la titolare del dicastero del Lavoro ha spiegato che “il lavoro è centrale nella vita di tutte le persone. È necessario accompagnare al lavoro tante persone che in questo momento non ce l’hanno, pur in una condizione in cui ci sono tanti posti disponibili e lavoratori che non si trovano. Allora, insieme alle politiche attive c’è il tema della formazione delle lavoratrici e lavoratori che devono essere avviati a lavori che ci sono e non a lavori che non ci sono o che sono pensati rispetto a logiche del passato”, con diverse transizioni davanti. La ministra Calderone ha argomentato e sviluppato così il tema centrale del suo intervento al congresso della Cisal (Confederazione italiana sindacati autonomi lavoratori), rilanciando l’importanza delle politiche attive, della formazione e della riqualificazione.
E il tema dell’occupazione delle donne, che devono avere la possibilità “della scelta” e strumenti che puntino di più sulla conciliazione dei tempi di vita-lavoro: oggi, ha rimarcato Calderone, raggiungere i valori della strategia di Lisbona (occupazione femminile al 60%) “vorrebbe dire recuperare il 7% del Pil in più”.
La ministra è tornata a porre l’accento sulla necessità “di avere lavoro di qualità, di combattere il lavoro sommerso e quel precariato che non fa crescere la società. Non sono contro il contratto a tempo determinato” ha proseguito rimarcando che nell’intervento sulle causali “la contrattazione deve dire quali sono le esigenze temporanee che devono portare ad un rinnovo dei contratti a termine”.


