“Siamo convinti, ha proseguito, come Italia, Cipro, Grecia, Malta e Spagna che questo sia il metodo migliore per cercare soluzioni equilibrate tra responsabilità e la necessaria solidarietà che gli altri membri sono chiamati a dimostrare. La solidarietà deve essere fondata anche su un adeguato meccanismo di redistribuzione su un numero sufficientemente ampio di Stati membri per essere efficace.
Questa, ha aggiunto, è la posizione unitaria dei Paesi mediterranei, che si affianca alla richiesta di sviluppare l’azione dell’Ue verso i Paesi terzi, con partenariati per prevenire le partenze e collaborazione per i rimpatri, anche attraverso strumenti con i Paesi di origine e di transito dei flussi.”
“Nel prossimo decreto flussi , ha aggiunto il ministro, si sta lavorando alla possibilità di accelerare le procedure, perché manca personale in settori specifici. Se l’anno scorso si è trattato di 70 mila persone, quest’anno i numeri saranno più elevati. Ricordo il protocollo di 10 giorni fa con il ministero del Lavoro per inserire nel circuito dell’edilizia coloro che sono titolari di protezione internazionale o la cui pratica è in via di esame. Stiamo verificando un analogo protocollo per altre categorie”.


