Il “diritto universale e innegabile di ogni bambino a crescere in un ambiente amorevole e sicuro”, a prescindere da “area geografica, etnia, gruppo religioso o ideologia”, furono tra le parole scritte più efficaci inviate da Melania Trump al presidente russo Putin lo scorso 17 agosto, nel tentativo di restituire “il sorriso” ai bambini ucraini devastati dallo spettro perdurante della guerra iniziata oltre 3 anni fa.
E’ così che la first lady turca Emine Erdogan ha chiesto all’omologa americana di inviare una lettera anche al premier israeliano Benjamin Netanyahu per “chiedere la fine della crisi umanitaria a Gaza”. I media turchi rilanciano l’appello della moglie del presidente turco sottolineando proprio la recente missiva di Melania al presidente russo.
Secondo la 70enne, musulmana e attivista contro i matrimoni forzati, per i bambini ucraini, l’ex modella slovena ha saputo esprimere “sentimenti comuni dell’umanità” in “una silenziosa sfida contro le forze che possono potenzialmente reclamare il loro futuro” a tutela della loro “innocenza” e nel tracciato di un servizio reso non solo alla Russia ma a tutta l’umanità


