Quest’estate non riceveranno quindi né stipendio, né disoccupazione, né questa già di per sé insufficiente mancia che nella testa dei migliori dovrebbe bastare a far fronte ai vertiginosi aumenti del costo della vita. Nonostante abbiano lavorato tutto l’anno e tanto quanto i loro colleghi.
Una differenza di trattamento inaccettabile, nei fatti una discriminazione vera e propria, che si aggiunge alla vergognosa condizione di precarietà indeterminata a cui sono condannati da anni.
L’unica possibilità ora è che in sede di conversione del decreto in legge si corregga questa norma ridicola e ingiusta. Faremo di tutto affinché ciò avvenga
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Non è possibile che il mondo della scuola debba sempre essere l’ultima ruota del carro.



