L’Italia è uno dei Paesi occidentali dove le disuguaglianze ereditate hanno un impatto più forte che altrove. Famiglia, genere, regione in cui si vive, colore della pelle sono fattori di partenza che incidono in modo straordinario sulle opportunità delle persone. Hanno in comune la circostanza di essere ereditati, cioè di essere fuori dal controllo degli individui, e giustificano insieme quasi il 40 per cento dei divari di reddito. Un livello maggiore rispetto ad altri Paesi europei come Francia, Germania, Danimarca, che ci inchioda alla stessa situazione di 20 anni fa.
Data base internazionale
A rivelarlo è il data base internazionale “Global estimates of opportunity and mobility”, un progetto frutto di un decennio di lavoro svolto da un gruppo di ricercatori dell’università di Bari e della London School of Economics, che hanno messo sotto la lente la mobilità intergenerazionale e le disuguaglianze in 70 Paesi.
Secondo il Geom, che è accessibile online, alle disuguaglianze dei redditi si aggiungono quelle territoriali, quelle nell’istruzione e nella salute in questo caso sempre crescenti e legate a nascita e contesto. Unico ambito in cui l’Italia, come altri Paesi europei, ha registrato un processo di progressiva uguaglianza delle opportunità è quello dell’accesso all’istruzione. Un dato positivo che non è bastato a migliorare la mobilità tra generazioni sul fronte del reddito.
Disuguaglianze ed equità
“Il data base Geom – spiega Vito Peragine, direttore del dipartimento di economia e finanza dell’università di Bari e componente del gruppo di ricerca – si focalizza sulle disuguaglianze ereditate perché si ritiene che queste siano le più rilevanti dal punto di vista etico, di giustizia sociale e di equità. Inoltre, sono anche le più nocive per la crescita e per il funzionamento del mercato e dell’economia”.



