Non parliamo solo del risultato, ma della qualità del gioco, della fragilità mentale, dell’assenza totale di identità
Questa squadra dovrebbe vivere di aggressività, compattezza, letture preventive, linee di passaggio occupate con criterio: invece arriva sempre seconda sul pallone, si spezza in due tra reparti scollegati, subisce ogni transizione come se fosse la prima volta. È una squadra che non riconosce se stessa.
Quando, partita dopo partita, emergono gli stessi problemi: distanze errate, marcature molli, zero reazione dopo le difficoltà, scelte tattiche che non valorizzano gli uomini migliori. Allora il tema non è più la singola giornata storta, ma il lavoro dell’allenatore. Juric finora non ha dato un’impronta, non ha migliorato nessuno, non ha trasformato il potenziale in
struttura.
Questo 0-3 interno contro il Sassuolo è lo specchio di un progetto che, ad oggi, non funziona.
E continuare a parlare solo di episodi o sfortuna significa non voler vedere la realtà.


