
CREMONA MUSICA SPECIAL EDITION, L’ATTIVITÀ CONCERTISTICA DAL VIVO IN EPOCA POST COVID
CREMONA – La special edition di Cremona Musica 2020 nasce dalla necessità di dare continuità alla principale fiera al mondo per gli strumenti musicali d’alto artigianato che si tiene ogni anno a Cremona, città natale di Stradivari e polo internazionale dello strumento musicale. Durante l’evento hanno trovato ampio spazio i temi legati all’attualità e i problemi legati al momento difficile della pandemia. Il lockdown e le nuove misure di sicurezza sanitarie, infatti, hanno drasticamente cambiato il modo di presentare la musica dal vivo. «A Pordenone non ci siamo mai fermati- ha spiegato Maurizio Bagnini, direttore artistico Teatro Pordenone-, durante il periodo del lockdown abbiamo lavorato in streaming, ma lo trovo uno strumento freddo, che non porta la gente fuori da casa. Quello che vorrei è che la gente abbia la possibilità di uscire di casa con una turnazione concertistica più corposa, aumentando l’offerta. Al momento la situazione non è chiara per nessuno, ma sogno che la comunità non chieda “chi suona stasera”, ma bisogna imparare ad ascoltare in base ad una ritrovata scoperta e curiosità». All’iniziativa, moderata dal direttore artistico di Cremona Musica Roberto Prosseda, hanno preso parte Dmitry Badjarov, musical entrepreneur L’Aja (in streaming); Maurizio Baglini, direttore artistico del Teatro di Pordenone; Joerg Bierhance, European Music Institut, Vienna; Cristian Carrara, direttore del Festival Pergolesi Spontini; Andreas Kern, pianista, inventore di Piano City; Fabienne Krause, general manager di Classical Next; Angela Romagnoli, professore associato, Dipartimento di Musicologia dell’Università di Pavia, direttrice artistica del Festival Mozart di Rovereto. In questa tavola rotonda, rappresentanti di diverse Istituzioni e organizzazioni musicali, che si sono distinte per progetti innovativi, hanno condiviso esperienze e le nuove prospettive che l’attuale situazione ha stimolato. Un’occasione per riflettere su come si sta evolvendo il modo di proporre la musica dal vivo, anche in rapporto con le nuove opportunità di fruizione digitale. «Far ripartire le attività concertistiche vuol dire anche predisporre delle misure che facilitino l’apertura di una nuova strada post Covid- ha dichiarato Dmitry Badjarov-. Per esempio sarebbe opportuno introdurre dei biglietti più economici, prediligere dei luoghi altrettanti economici per raggiungere i segmenti di pubblico più piccoli per la valutazione del targeting. C’è un modo nuovo di proporre performance dal vivo di musica classica che abbiamo scoperto in questi mesi e che vorremmo mantenere anche quando Covid sarà lontano da noi attraverso la riscoperta di un pubblico di nicchia, o più piccolo, che consente in ogni caso ai musicisti di guadagnarsi da vivere. Per quanto i musicisti free lance , il modo migliore per reagire a questa nuova situazione e sfruttare le nuove prospettive è quello, per esempio, di sfruttare i social media per trasmettere il loro messaggio e creare sistemi automatizzati per attirare nuovo pubblico. Ma anche creare ulteriori fonti di reddito sfruttando le competenze che già possiedono: produrre programmi di formazione online e full immersion dal vivo. L’importante è concentrarsi sulle opportunità, non sui problemi».
«Per un piccolo festival ‘di provincia’ – ha detto Romagnoli- con qualche ambizione di qualità culturale e artistica e di attrattiva turistica le misure di sicurezza anti-covid hanno rappresentato un ostacolo non da poco. “Settenovecento” è un festival caratterizzato dalla diffusione sul territorio (non solo Rovereto, dunque, ma anche altri luoghi della Vallagarina sono chiamati ad ospitare i concerti) e dalle dimensioni contenute anche dal punto di vista logistico. La risposta all’emergenza Covid è stata basata soprattutto sul rafforzamento della rete di collaborazioni territoriali (siamo passati da 3 a 5 partner strutturali del progetto), sulla identificazione di luoghi di attrazione turistica perché poco noti o normalmente non aperti al pubblico, sulla valorizzazione di spazi non consueti per la programmazione concertistica e sull’abbinamento molto ponderato tra luoghi, tipo di programma proposto e capienza dello spazio, rilanciando anche repertorio ‘di nicchia’. La drastica riduzione dei posti a disposizione sembra aver impreziosito l’offerta concertistica, in concomitanza anche con l’evidente desiderio del pubblico di tornare a godere di musica e spettacolo dal vivo. Preziosa è stata la disponibilità dell’amministrazione comunale a riaprire il teatro storico della città, che ha permesso la realizzazione anche di concerti sinfonici con un pubblico un po’ più ampio. Si è verificato anche un certo movimento turistico di prossimità».
«L’umanità e la musica sono sopravvissute a molte crisi. – dichiara Joerg Bierhance -Troveremo anche un modo per superare questo e sono totalmente convinto che plasmare il panorama musicale con concerti e educazione musicale sia nelle nostre mani. In realtà è una grande opportunità per prendere l’iniziativa».
«Il lockdown ha costretto tutti noi a cambiare le proprie prospettive, – spiega Roberto Prosseda – anche in senso positivo: sperimentare nuovi format per proporre la musica dal vivo, anche in ambienti più ristretti, o in contesti diversi dalle tradizionali sale da concerto. In questi mesi è cambiato il modo di fruizione della musica da parte di molti, che hanno passato molto più tempo su internet e sui social media. Anche questa è per me un’opportunità per raggiungere nuovo pubblico e per creare nuovi modi di comunicazione e condivisione della musica».


