Lauretta Colonnelli – Le muse nascoste – Milano, Giunti, 2020, 240 p. (262)

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Ci sono autori ed autori, libri e libri ed argomenti ed argomenti: storia, arte, autobiografie, cronache… e soprattutto narrazioni di vicende umane vissute da donne e uomini con passioni, sentimenti, istintualità che spesso non riusciamo a comprendere ed accettare tanto ci sorprendono, che vengono continuamente narrate, proposte in romanzi più o meno avvincenti

Ebbene tra tanta bella e positiva varietà – sempre benvenuta per arricchire il nostro sapere (e le nostre curiosità!) – ci sono autori come Laura Colonnelli e testi, immagini ed argomenti come i suoi in questo libro espressi, che sapientemente, sensibilmente ed intelligentemente sanno racchiudere tutto quello di cui sopra, ed ancor di più, arricchendolo con piccoli aneddoti, curiosità e sorprese.

Col risultato di proporci un libro unico a lettura scorrevolissima, molto ricco di immagini dimostrative, sempre piacevole – perché parla di vita vissuta, non di fantasie! – relativo a 16 personaggi, scelti ad esempio, che conosciamo bene (o meno bene a seconda nella nostra cultura) in alcuni comportamenti impensabili, ma figli di umane debolezze, rispetto all’idea che ci eravamo fatti di loro.

Ovviamente le “muse” sono donne – ispiratrici o consigliere, pazienti verso questi “grandi uomini” o coadiuvanti – che hanno reso possibile ciò che oggi noi ammiriamo molto o stimiamo come capolavori dell’arte creativa; solo poche di esse hanno “dominato” la scena, essendo quasi tutte state “annullate” o “assorbite” dalla forte personalità loro vicino; trattandosi in qualche caso di plagio o vera e propria violenza!

Il grande Bernini (1637) che sfregia la sua amante Costanza Bonarelli, combatte con la spada in chiesa, vorrebbe uccidere il “rivale” in amore fratello, Luigi, rompendogli infine “solo” due costole, e viene assolto dal papa, mentre Luigi è spedito in esilio (?!)

Le “bambine del desiderio” di Millais (1837) e Balthus (1965), il pio frate Filippo Lippi (1442) e Lucrezia Buti la suora circuita ed abbandonata… la donna barbuta, Maddalena Ventura, di Jusepe de Ribera (1631)… solo in pochi casi il soggetto femminile predomina, come nel 1490 la “magnifica mamma” Lucrezia Tornabuoni…

Comportamenti ed avvenimenti umani che si ripetono in tutte le epoche, anche nei grandi, a dimostrare sì che lo spirito è forte ma che nella carne, debole, siamo tutti uguali.
Il libro nasce, spiega l’autrice, dalla curiosità suscitata dal ritratto (che Picasso volle dal suo amico Matisse) di una ragazza, Marguerite, figlia del pittore e che evidenzia la fascia di velluto che le ricopre il collo e che lo ricoprirà sempre in qualche modo, anche in tarda età.

Non è un segno di eleganza né un rimedio per un semplice mal di gola, ma qualcosa di molto più grave. Solo nel 2013 i servizi segreti francesi resero pubblici molti particolari, tra cui questo, che raccontano le torture che la Gestapo inflisse ai suoi prigionieri: Marguerite non parlò mai di quella sua cicatrice al collo, nemmeno in famiglia.

Una delle curiosità più evidenti, invece, interessa la vita privata di Kokochka che, per cercare di dimenticare (ma non ci riuscirà mai!) la sua infedele amante, Alma Maria Schindler, fece costruire a carissimo prezzo una bambola a dimensioni reali con e materiali e tessuti verosimili e preziosi; una bambola che la riproponeva fedelmente e che il pittore si è portato dietro per molti anni prima di abbandonarla, anche quando andava a dormire. Le dedicherà molti quadri, fino alla fine, alcuni rimasti famosi, oggi in gradi collezioni, chiamandola “Alma”.

Volti celebri, nomi famosi, storie nascoste e tanto altro ancora vi aspetta se leggerete questo ottimo libro che osiamo definire “informativo-formativo-gossiparo” che non lascerà sicuramente deluso nessuno, scritto da una giornalista-detective arguta che ha saputo ben studiare, ricercare e trasmettere al lettore “universalità” comportamentali legate a questi 16 personaggi celebri, immortalando nel contempo uomini e donne – soprattutto le seconde – che vivevano loro accanto o in relazioni più o meno artistiche.

franco cortese

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