L’Avana come non l’avete mai vista: a Roma la mostra ‘Avanarchia. Preview’ di Giovanni Stella

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Anarchia e L’Avana, nella stessa parola, sembrano un ossimoro. In uno dei Paesi in cui il controllo politico è ancora parte della vita quotidiana, l’idea stessa di libertà assume il valore di un gesto di resistenza. Ma è proprio da questa tensione che nasce Avanarchia: dal desiderio di raccontare un’Avana diversa, sospesa tra disciplina e disordine, tra il peso di un embargo mai davvero superato e la vitalità di un popolo che continua a reinventarsi.

Fino all’11 dicembre 2025 la AntiGallery, nel cuore del rione Monti di Roma, ospita ‘Avanarchia. Preview’, del fotografo e regista Giovanni Stella. L’esposizione fa parte della rassegna FotograficaMONTI, ideata e curata da Barbara Martusciello dal 2019 e giunta al suo 24esimo appuntamento, dedicato questa volta alla capitale cubana.

Gli scatti in mostra sono stati realizzati durante le riprese del documentario ‘Miregla’, firmato da Giovanni Stella insieme a Carmelo Raneri, pellicola che sarà presentata prossimamente e che racconta con sguardo intimo e poetico la vita quotidiana e le contraddizioni dell’Avana contemporanea.

UNO SGUARDO OLTRE LA CARTOLINA

“L’idea – spiega Giovanni Stella – è quella di raccontare un’Avana diversa dalla solita narrazione fatta di colore, mare e turismo, e di restituire anche il momento difficile che sta attraversando quell’isola meravigliosa. Avanarchia vuole mostrare il clima che si vive nelle strade, l’umanità che resiste nelle persone: è ciò che ho cercato di fissare nelle immagini esposte”.

Il fotografo sottolinea la scelta del bianco e nero come linguaggio narrativo: “Volevo dare risalto alle linee e ai volti, eliminando tutto ciò che potesse distrarre. Il colore può confondere, mentre il bianco e nero costringe a vivere l’immagine nel dettaglio”. Tutte le opere sono state realizzate in pellicola analogica, coerentemente con lo stile autoriale di Stella, che considera questo approccio “un modo per esprimermi nella mia forma più autentica”.

UN LUOGO PER L’ARTE

Sul ruolo della AntiGallery interviene la curatrice Barbara Martusciello, che spiega la scelta dello spazio espositivo: “La scelta di riproporre un luogo fuori circuito, quindi non un museo, non una galleria, che però riattivasse un po’ quello che a Roma era di abitudine – questi club fotografici o dell’arte – ci sembrava un’idea giusta per la città. Un luogo dove sedersi, prendersi una cosa da bere, rilassarsi, ma anche parlare d’arte, presentare libri, discutere del proprio lavoro. È diventato un po’ il punto di ritrovo dei fotografi romani”.

fonte: https://www.dire.it