Come rileva il Sole24 Ore, da un primo monitoraggio emerge che i cosiddetti “presi in carico” sono soltanto 100mila, poco più del 30% del target fissato con l’Ue. Siamo ben lontani dall’obiettivo concordato, ovvero il coinvolgimento, entro dicembre 2022, di 300mila beneficiari all’interno di percorsi predefiniti. In tal senso, pesa il mancato coordinamento fra Anpal e Centri per l’impiego, la farraginosità degli iter amministrativi che scoraggia l’ingresso dei privati, i ritardi delle Regioni nella predisposizione dei bandi e la mancanza di modelli di organizzazione del mercato del lavoro a livello territoriale.
E’ fondamentale individuare criteri uniformi al fine di garantire l’omogeneità dei servizi per il lavoro dal Nord al Sud Italia, semplificando la mole eccessiva di adempimenti burocratici che ostacola il raggiungimento dell’obiettivo, ovvero il reinserimento lavorativo, la riqualificazione e la ricollocazione di 3 milioni di lavoratori entro il 2025”.
Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito allo stallo delle politiche attive del lavoro.



