La posizione russa è chiara a chiunque abbia un minimo di esperienza riguardo alla postura del Cremlino e al fatto che non si possa affermare di non concedere a Kiev l’ingresso nella NATO, pur fornendo all’Ucraina le garanzie dell’Articolo 5 (difesa collettiva).
La NATO è, nei fatti, l’Articolo 5; tutto il resto sono accessori non indispensabili. Basta con i giochi di parole. Si scelga se conferire all’Ucraina lo status di membro della NATO (e andare a una guerra vera con la Federazione Russa) oppure trattare, facendo concessioni significative a Mosca (territori conquistati sul campo e Ucraina come Stato cuscinetto)
. La terza via è attendere e sperare in un collasso dell’economia russa, augurandosi che prima non collassi la nostra. Nel frattempo, dobbiamo tenere un occhio vigile sui movimenti militari cinesi nei pressi di Taiwan e ricordare che l’Iran persegue a tutti i costi la bomba atomica; così come va osservato il crescente attivismo statunitense in America latina e le tensioni con Brasilia
. Non va dimenticata, anche se passata in sordina, la pacificazione in corso tra Nuova Dehli e Pechino. Tutti elementi di destabilizzazione o di assestamento di una ricomposizione degli equilibri mondiali e della trasformazione dei rapporti di forza sia economici che militari tra vecchie e nuove potenze. Chiudiamo su Gaza: è in corso una guerra (vera) ed esistenziale, senza esclusione di colpi.
La stessa guerra che potrebbe materializzarsi ovunque nel mondo quando entrambi i contendenti percepiscono la possibilità della propria annichilazione. La guerra attuale tra Ucraina e Russia è una guerra con il freno a mano tirato: i palazzi del potere non sono stati colpiti, così come le sedi parlamentari o le infrastrutture primarie. Speriamo di non vedere generarsi nel conflitto in corso tra Kiev e Mosca, già per alcuni aspetti esistenziale, una guerra totale.


