Le Banche Europee ancora al centro dell’attenzione

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La settimana si è aperta all’insegna della volatilità dopo che, durante lo scorso nel week end, è stata formalizzata l’acquisizione/salvataggio di Credit Suisse da parte di Ubs

Sono state infatti le modalità tecniche di esecuzione dell’operazione che hanno contribuito ad alimentare il nervosismo sui mercati dato che si è proceduto a concambiare le azioni dei 2 istituti elvetici (a un rapporto altamente sfavorevole agli azionisti di Credit Suisse ma pur sempre attribuendo loro un valore anche se minimo) e in parallelo si sono azzerate completamente tutte le obbligazioni subordinate che sono state utilizzate per assorbire le perdite in conto capitale.

Le autorità svizzere, forti di un cavillo legale che ha permesso loro di avvalersi di condizioni eccezionali data la probabile insolvenza di Credit Suisse, hanno sovvertito quello che, nelle altre legislazioni, è uno dei pilastri della finanza: le perdite vengono assorbite prima dall’equity e solo in seconda battuta dagli obbligazionisti, non il contrario.

Da qui a fare di tutta l’erba un fascio, e per cui a dire che adesso queste regole valgono ovunque, è stato semplice per i mercati che hanno aperto la settimana sotto l’insegna del panico.

Bene hanno fatto le autorità bancarie europee a ribadire l’ordine di grandezza delle regole in ambito europeo (e cioè prima l’equity e poi i bonds), cosa che ha in parte rasserenato sulla certezza delle regole “pregresse”, facendo stabilizzare i mercati, in primis quello del credito.

L’insegnamento è che quando si parla di banche in difficoltà, non fosse altro per il precedente storico del 2008, gli animi sono molto tesi. La gestione attiva che discrimina tra qualità o meno è, anche in questo caso, d’obbligo, anche se presumibilmente l’asset class rimarrà volatile nel prossimo futuro.