Le carceri di Madrid distanti dalle nostre

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Felice dell’iniziativa progressista di una nostra collaboratrice, Emanuela Belcuore, che si è recata presso due istituti penitenziar i di Madrid in visita

Alta e media sicurezza le carceri, lontano dal centro della città. L’area sanitaria aiutata dalla telemedicina è sempre presente. I detenuti assistiti da un corpo cospicuo di medici, infermieri, psichiatri e psicologi. Mens sana in corpore sano: palestra con possibilità di giocare a tennis, attrezzi e piscina. Attività teatrali, trattamentali, corso yoga e tanto altro. Differenza sostanziale la comunicazione tra i detenuti e i familiari, il vis a vis che in Italia non c’è.

Nel nostro Paese ci si può sposare in carcere ma non consumare il rapporto matrimoniale. La Chiesa Cattolica dice che se il matrimonio non è consumato non è valido.

Qui nasce il controsenso. Molte le famiglie che si sfasciano perché lontane dai propri congiunti per anni. Punizione per i reclusi che hanno commesso il reato ma perché anche per le donne o uomini che aspettano fuori il ritorno. Le donne in età fertile che sono condannate a trascorre anni di carcere perdono anche il diritto alla procreazione e alla genitorialità.

La Spagna è a due ore di aereo dall’Italia ma ben quarant’anni avanti. Il Partito Unione Cattolica è sensibile alle tematiche del terzo settore e per questo chiede un sostegno politico e istituzionale per poter rendere concreto il progetto del vis a vis negli istituti penitenziari italiani. L’amore non ha limiti.

IVANO TONOLI – UNIONE CATTOLICA