Le sanzioni a una dipendente dell’ONU

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Le sanzioni a una dipendente dell’ONU che si è permessa solo di fare il suo lavoro e di narrare la verità, avrebbero meritato ben altre reazioni.
Un’italiana che dovrebbe inorgoglirci e che invece viene insultata in maniera rivoltante dal direttore del peggior giornale del mondo, Repubblica, e in diretta televisiva da un signore che siede nel Parlamento europeo nel partito della Meloni.
Gli eredi culturali di quelli che promulgarono le leggi razziali e rastrellarono gli ebrei, a Roma e in tutta Italia, per inviarli, sigillati nei treni, nei campi di concentramento tedeschi e così contribuire alla loro gassificazione, sono oggi alleati e collaborazionisti di un altro genocidio
. E oggi come allora, offrono il loro appoggio intellettuale, semantico, propagandistico senza alcun senso di colpa né di umana pietà
.
Si dirà: corsi e ricordi storici. È difficile che chi ha alimentato il suo cervello, si fa per dire, con certe rivoltanti ideologie non aderisca al massacro del debole da parte del più forte. E corso e ricorso storico appare il silenzio.
la nostra storia è piena di drammatici silenzi e di sciagure conseguenti. Il silenzio di Mattarella sulla vicenda Albanese è assordante e si aggiunge ad altri suoi silenzi. E, curiosamente, a interventi che avrebbe potuto evitare.
Parla quando non deve. Quando dovrebbe parlare sta zitto.
Giancarlo Selmi