I Gran Commis della NATO si sono riuniti in conclave e rassicurano i cittadini occidentali che l’alleanza militare è più solita che mai. Oltre ad allargarci, piazzeremo nuovi super missili verso est e forniremo altri miliardi di armi a Kiev. Soldi dei contribuenti che invece di venire spesi per migliorare ospedali e scuole, serviranno per comprare cacciabombardieri, carrarmati e bombe. Pazzesco. Più si affievoliscono i drammatici ricordi della Seconda Guerra Mondiale, più si sentono liberi di trascinarci nella terza. Andiamo indietro invece che avanti. Quello che ci raccontano è noto, dobbiamo fornire armi all’amata Ucraina per fermare le pericolose prepotenze di Putin. Questione di principio, di valori e di legittima difesa. Già, come no. Un accanimento che dura anni ed una escalation che fa sospettare che la vera posta in gioco sia tutt’altra. Non Kiev ma Mosca e poi Pechino
. Già, l’unico vero rivale dell’Occidente oggi sulla scena, è la Cina. Sia per dimensioni e potenza che per capacità. Ed è in prospettiva di quella rivalità che va interpretata la strategia della Nato a matrice americana. La guerra in Ucraina è solo un pretesto ed una prima tappa. Al momento la Russia regge perché ha un sacco di risorse naturali e quindi di soldi con cui tappa i buchi, ma non stiamo parlando dell’Unione Sovietica dei bei tempi, stiamo parlando di una forza militare ancora decente ma con alle spalle un regime vecchio e marcio e milioni di contadini a patate e cipolle. Putin regge grazie al pugno di ferro. In Russia vige una rigida censura, gli oppositori vengono imprigionati e fatti fuori, le mamme dei soldati morti bastonate, le elezioni truccate. Anche questa guerra inutile e la grottesca retorica antioccidentale, sono tutti segnali di una forte debolezza politica.
Putin sta cercando disperatamente appoggi altrove, ma è sempre più isolato e detestato anche dal suo popolo. È solo questione di tempo e anche la sua testa rotolerà giù dal Cremlino. La NATO lo sa e per questo si limita ad armare gli ucraini godendosi la carneficina dal divano. Se poi non dovesse bastare e se si arrivasse allo scontro militare diretto, non ci sarebbe partita. In un modo o nell’altro, il vero obiettivo della NATO a trazione americana è spodestare Putin ed interferire da vincitori nella transizione verso una Russia finalmente aperta e filo occidentale che rimetta a disposizione le sue immense risorse naturali ma soprattutto che offra alla NATO la possibilità di piazzare basi militari dove davvero conta e cioè alle spalle dell’unico vero rivale sulla scena che è la Cina. Conquistando la Russia, la NATO controllerebbe di fatto tutto il nord del pianeta, riuscendo a piazzare basi perfino lungo i quattromila chilometri di confine che Cina e Russia condividono. Del resto è questo il modo in cui ragionano da sempre i Gran Commis della NATO, livello Risiko.
La forza militare usata sia come deterrente verso fantomatiche minacce, sia come strumento per imporre i propri interessi sul mondo. Siamo tornati ad una grande specialità del mondo bianco ma in salsa moderna, colonialismo globale con guerre per procura e presenza militare a garanzia di quella politica ed economica. Una leadership non basata sulla superiorità morale e ideale o sulla bontà del nostro modello politico e sociale, ma sui soldi e quindi sulla potenza delle nostre bombe. Movimento di mezzi blindati su una mappa di cartone colorata, con l’Ucraina pretesto e Pechino come obiettivo. Visioni da secolo scorso e un affare immenso in costante crescita, con governi sempre più sul lastrico che invece di investire in ospedali e scuole aumentano le spese militari. Pazzesco. Andiamo indietro invece che avanti.
Tommaso Merlo



