Il documento programmatico elaborato dalla lista unica tra Azione e Italia viva, che ha indicato in Carlo Calenda il front runner dello schieramento alternativo sia a Giorgia Meloni a destra che a Enrico Letta a sinistra, si articola in 68 pagine, all’interno delle quali un punto specifico viene espressamente dedicato alla necessità di consolidare con appositi piani di studio le competenze in particolare di giovani e donne
In tal senso, come si trova scritto espressamente, “al fine di promuovere l’alfabetizzazione economica delle future generazioni, si propone di rendere obbligatorio l’insegnamento dell’educazione finanziaria”.
Un passaggio che assume un carattere decisivo, se si considera che nell’autunno del 2020, a Cuneo in piazza Virginio, Carlo Calenda, in qualità di parlamentare europeo e di rappresentante della circoscrizione dell’Italia settentrionale, coadiuvato da Enrico Costa presentò, assieme al Banchiere scrittore Beppe Ghisolfi nel ruolo di coordinatore della serata, il proprio libro dal titolo “I mostri”, un chiaro riferimento ai danni determinati dal sovranismo e populismo allora dilagante quando era appena alle spalle la prima ondata di coronavirus.
Nel corso di quella presentazione, uno specifico riferimento venne fatto al criterio della competenza e della preparazione, inteso come requisito che deve riguardare sia l’elettore che l’eletto e che ha nella cognizione dell’economia e della finanza un tassello sostanziale.
Carlo Calenda, nell’ambito dei propri interventi che lo hanno portato prima alla candidatura come Sindaco di Roma e poi all’assunzione della leadership del terzo polo con Renzi, ha posto un accento molto netto sul paragrafo dell’educazione civica da intendere come educazione istituzionale, con l’obiettivo di combattere l’astensionismo mettendo ogni cittadino in condizione di conoscere nel dettaglio le competenze e i poteri delle amministrazioni governative pubbliche, tanto centrali quanto locali, per le quali vengono periodicamente indetti i comizi elettorali.
L’educazione civica si completa necessariamente con quella finanziaria, per potenziare ulteriormente il coinvolgimento dell’elettorato nel processo di selezione e decisione delle classi politiche chiamate alla gestione delle istituzioni, dai Comuni al Governo nazionale; e ciò del resto si pone in linea con i risultati, obiettivi e non confutabili, di uno studio condotto dall’accademica torinese Anna lo Prete la quale, mettendo a confronto 90 Paesi censiti dall’Ocse, l’organizzazione mondiale dello sviluppo economico, ha tratto con forza scientifica la conclusione che le Nazioni caratterizzate da un maggiore radicamento e livello di diffusione dell’educazione finanziaria sono le stesse dove il livello di partecipazione alle consultazioni elettorali è più elevato della media, poiché i cittadini assumono uno spirito maggiormente critico nei confronti della parte economica dei singoli programmi che li porta a svolgere un ruolo proattivo nel promuovere o no gli stessi.
Dir. politico Alessandro ZORGNIOTTI




