Il censimento degli edifici abbandonati presenti nelle aree montane rappresenta la novità del Report che analizza 66 strutture in uno stato di degrado, casi simbolo riportati in una cartina (foto): edifici legati all’industria dello sci, ma anche hotel, colonie e caserme di confine, senza una prospettiva. Tra le cause dell’abbandono: il cambiamento della domanda turistica per assenza di neve, la necessità di ammodernamento, mancati adeguamenti tecnici, scelte inponderate rispetto ai flussi turistici.
Secondo focus del Dossier è “Il mercato immobiliare sulle alpi: tra turismo e smart working” in cui Legambiente focalizza 303 località alpine dalla vocazione turistica o colpite dallo spopolamento. Incrociando gli ultimi dati Istat per tracciare un quadro del costruito in alta quota e del fenomeno delle seconde case, si nota che la diffusione dello smart working sta cambiando le modalità di utilizzo influendo sulle dinamiche sociali ed economiche.Un dibattito che porta a ripensare la dimensione urbanistica della montagna, dove un buon uso dell’esistente insieme alla rigenerazione del patrimonio edilizio dismesso possano diventare elementi per una nuova abitabilità del territorio.



