“L’EUROPA NON VOLTI LE SPALLE AI BALCANI MA METTA AL SICURO LA LORO PIENA INTEGRAZIONE”

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L’appello degli ex ministri e attuali Parlamentari e alti dirigenti del PD, Roberta Pinotti e Graziano Delrio: le recenti tensioni tra Belgrado e Pristina impongono da parte nostra un forte impegno protagonista che giochi a favore della normalizzazione del dialogo tra Serbia e Kosovo, due Paesi dal comune destino europeo nel cuore di una macroregione vicina all’Italia e fondamentale per la pace, la sicurezza e lo sviluppo di tutto il continente

Il riferimento è a quanto accaduto tra domenica e lunedì in merito alla cosiddetta “guerra delle targhe” tra i governi di due Stati confinanti uno dei quali – il Kosovo appunto, a larghissima maggioranza di popolazione albanese – continua a non essere riconosciuto dalle autorità serbe sebbene queste ultime, incoraggiate proprio da Bruxelles, abbiano da qualche tempo avviato dei tavoli di cooperazione economica con la Repubblica d’Albania governata da Edi Rama, il Premier socialista di Tirana impegnato a svolgere un ruolo diplomatico perché ai Kosovari siano garantite integrità territoriale e sovranità nazionale.

Concetti che Rama ha ribadito durante l’incontro avuto ieri con il collega Primo Ministro spagnolo Pedro Sanchez, dal quale ha ottenuto ampie rassicurazioni a favore del sostegno alle aspirazioni europee dell’Albania e dei Balcani occidentali e del contributo a normalizzare il rapporto fra Belgrado e Pristina, sebbene la Spagna rimanga restia a riconoscere l’indipendenza del Kosovo per la questione tutta di politica interna connessa ai rapporti tesi di Madrid con la regione della Catalogna.

La guerra delle targhe si inserisce nella più ampia vicenda delle misure di reciprocità per cui le autorità del Kosovo, facenti capo al governo autonomista di Albin Kurti, hanno imposto alla minoranza serba, residente nella parte nord dello Stato in prossimità della zona di confine, l’utilizzo di targhe e documenti amministrativi emessi da Pristina come unico titoli validi per il transito lungo i valichi. Sono seguiti alcuni moti di protesta e blocchi stradali che si presume siano stati sostenuti da Belgrado, e che sono rientrati a seguito della decisione dello stesso Premier kosovaro Kurti di rinviare al prossimo primo settembre l’entrata in vigore delle misure amministrative in oggetto, frutto di un accordo tra le parti.

Il Premier Edi Rama è da tempo impegnato nella creazione di un doppio canale di dialogo diplomatico, soprattutto economico commerciale con la Serbia da una parte, e in prevalenza politico (oltre che economico) con il Kosovo dall’altro, e perciò sta portando avanti presso le istituzioni europee la necessità che il riconoscimento del Kosovo diventi patrimonio comune, in ragione della collocazione atlantica e occidentale dimostrata da Pristina con la piena adesione alle sanzioni contro la Russia e alla solidarietà verso l’Ucraina.

Gli ex Ministri Roberta Pinotti e Graziano Delrio, grazie all’appello lanciato a Bruxelles, ma anche ai colleghi delle altre forze politiche, portano all’attenzione della campagna elettorale, oramai avviata per le elezioni politiche anticipate del 25 settembre, il tema del nostro rapporto con i Balcani occidentali, una regione di area vasta che si sviluppa al di là del mare Adriatico e rispetto alla quale deve essere incoraggiato ogni sforzo tendente al reciproco dialogo interno e alla definitiva integrazione con Bruxelles, passo decisivo per una cooperazione importante su una pluralità di fronti attinenti all’industria, alla sicurezza energetica e alimentare, al presidio delle frontiere.

Il nostro auspicio è che il tema delle relazioni con i Balcani occidentali, e con l’Albania che ne è il Paese apripista, entri a fare parte dei programmi politici di tutti gli schieramenti in competizione per il futuro Parlamento e Governo di Roma, per una ragione di vicinato non solo geografico ma di comuni interessi geopolitici e geoeconomici.

Dir. politico Alessandro ZORGNIOTTI