L’Europa può imparare da Israele

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Mentre la sinistra europea (ed italiana!) alimenta con parole utili come i ghiaccioli al Polo Nord il dibattito sulla richiesta di arresto della Procura della Corte Penale Internazionale, Bibi Netanyahu mette a terra un accordo di tregua in Libano, certamente precario e valido per soli 60 giorni, ma non per questo di poco conto: ora vediamo perché.

Innanzitutto così Israele mostra anche il suo lato dialogante, dopo aver chiarito al mondo che sul versante della reazione «dura» non ha lezioni da prendere da nessuno (e noi europei dovremmo chiedere proprio ad Israele di spiegarci come si fa, prima che sia troppo tardi).

Anche perché c’è un tema oggettivo di sostenibilità dell’azione militare continua su più fronti, come ammesso dalla stesso Primo Ministro nel discorso televisivo di martedì sera. Ma ciò che più conta di questa «tregua» è sintetizzabile in pochi (tre) elementi