L’EVOLUZIONE DEL TERZO SETTORE

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Intervistiamo Pierluigi Villa, titolare della Società VILCERT – Società qualificata per rilasciare certificati di conformità allo Schema di certificazione OLC 2015 per gli Enti del Terzo Settore ( www.vilcert.it )

D.1   Grazie Dott. Villa per il suo gradito contributo sull’argomento di oggi: l’evoluzione del Terzo Settore. Con l’ultimo DL 561 il Governo italiano ha sorprendentemente indicato gli obblighi legislativi relativi al RUNTS. A voi di Vilcert sembra sufficiente per risolvere i problemi del settore?

R.1   Noi siamo un Organismo di Certificazione accreditato da Aachen (Gruppo Converg, che ha la proprietà intellettuale dello Schema OLC 2015 – www.certificazioneonlus.org ) che già nel 2015 aveva emanato uno Schema di certificazione per dare valore “a chi fa di più e meglio” ed abbiamo ritenuto fosse il caso che il settore facesse di più degli obblighi della riforma.

Nelle mie precedenti esperienze lavorative ho imparato che i processi e le attività strategiche sono da sempre sostenuti da linee guida precise e standard di riferimento rigorosi.

Nel mondo delle aziende si parla giornalmente di ISO-9001, ISO-14001, ISO-45001, etc. e anche di schemi di riferimento legati ai sentimenti e ai valori civici oggi più seguiti dai consumatori quali la socialità (SA-8000), la sostenibilità, l’efficienza energetica.

Di conseguenza, molte organizzazioni hanno cominciato nel tempo a capire che anche gli Enti del Terzo Settore devono iniziare ad applicare riferimenti che siano standard de-facto, dunque volontari.

Dunque, negli ETS – Enti del Terzo Settore –, che spesso sono sostenuti da aziende che guardano con attenzione la propria attività di sponsor, si è innescato un processo di miglioramento etico e di comunicazione adeguata.

Se gli ETS sono tutti equiparabili tra loro solo per una mera iscrizione ad un albo cosa indica quale sia il migliore o semplicemente cosa può differenziare l’uno dall’altro?

Una valutazione di terza parte qualificata ed indipendente non solo definisce l’onestà di gestione, ma indica anche la rispondenza a certi valori/criteri fondamentali di comportamento.

Uno Schema di certificazione di riferimento è proprietario/personale e può essere presentato in diversi modi, ma quelli che sono i valori fondamentali sono evidenti e chiari a tutti.

D.2   Scorrendo tra le righe del DL 106-16 e 117–17 in effetti il legislatore che promosse le innovazioni (il Ministro Poletti ed il Sottosegretario Bobba) recitava che “sono vivamente consigliate le adozioni di best practises che prevedono certificazioni di parte terza”.

Perché allora poche organizzazioni, che pian piano stanno aumentando, hanno già raggiunto tale importante accreditamento?

R.2   Dalle cronache giudiziarie degli ultimi anni si sono appresi scandali quotidiani legati ad attività del Terzo Settore sia in ambiti laici che religiosi.

Chi vuole delinquere o anche solo truffare in forma più lieve non andrà mai verso una certificazione perché dovrebbe sottoporsi a controlli che ne evidenzierebbero le malversazioni.

Solo ETS integerrimi sono candidabili ad una certificazione che garantisce, oltre all’ottenimento del primo certificato, il prosieguo nel tempo attraverso il mantenimento e magari il miglioramento ogni anno.

Peraltro, nonostante la riforma voluta dal Governo Renzi le frodi e gli scandali sono quasi stati superiori, sia per numero che per gravità, a quelle precedenti l’emanazione della riforma e ciò evidentemente è un male per il Terzo Settore in quanto la maggior parte delle organizzazioni sono oneste e serie.

Purtroppo però spesso accade che la scorrettezza di pochi ricade su molti.

D.3   Voi siete stato il primo organismo in Italia a qualificarsi come Organismo di Certificazione per il Terzo Settore e ad emettere la prima Certificazione OLC. Quali difficoltà incontrate con le organizzazioni quando iniziate le trattative ed i progetti operativi?

R.3   Una prima difficoltà è stabilire che noi trattiamo “serietà e trasparenza” e offriamo un comportamento innovativo che aiuta a migliorare diversi aspetti di gestione interna oltre alla visibilità indiscutibile che l’organizzazione può comunicare ai propri stakeholder

Una tale certificazione non può essere ottenuta “all’italiana” (modo di dire che appunto indica l’atteggiamento di alcuni che pensano che sia come un mero pezzo di carta che si può comprare), ma si ottiene con un percorso di qualificazione dinamico e rigoroso.

Inoltre, negli ETS ci sono tante brave persone che spesso hanno un’anzianità fatta di pensieri ed azioni ripetitive che da un lato ha fatto il bene per anni, ma dall’altro può essere un freno di apertura mentale al rinnovamento.

Un ETS ha poi una struttura aziendale e dunque esiste sempre il timore di perdere la propria professionalità a vantaggio di altri.

A livello operativo, invece, ci sono meno criticità in quanto presa la decisione l’intera organizzazione è scossa da una vibrazione positiva che ne favorisce lo svolgimento al di là delle difficoltà.

Abbiamo notato con piacere l’entusiasmo delle risorse coinvolte che mostrano tutte interesse nella partecipazione e ciò è un bene perché l’entusiasmo diventa contagioso e si sparge anche fuori dall’organizzazione … e ciò è positivo perché viene colto ad ogni livello di stakeholder e dunque favorisce le operazioni di raccolta fondi (sponsorship e fundraising).

D.4   Quando poi invece siete voi ad essere sottoposti al controllo ispettivo di Aachen, quali sono le sensazioni che provate?

R.4   Simili a quelle di un normale Organismo di Certificazione sottoposto ai controlli di un ente di accertamento (vedi Accredia). Noi siamo una realtà di consulenti che, nel tempo, hanno avuto notevoli impatti nel mondo delle certificazioni e, dunque, che conoscono molte procedure in vigore nei sistemi industriali e dei servizi legati all’economia standard. Certo, il Terzo Settore è un segmento diverso e con una complessità tale che non sembrerebbe, ma alle summenzionate differenti competenze possiamo aggiungere quelle fornite nei corsi Aachen da esperti degli Schemi di gestione o da chi ha esperienza da oltre vent’anni nel Terzo Settore.