Ai tavoli organizzati dall’Associazione Luca Coscioni erano state raccolte 1 milione 200mila firme.
Ho firmato anche io, fiero di averlo fatto e avrei votato SÌ al referendum… se mi fosse – se ci fosse – stato consentito!
E invece ci troviamo in un vicolo cieco: il Parlamento non legifera per pavidità e noi non possiamo esprimerci. E su questioni che riguardano la vita privata, privatissima dell’individuo è INACCETTABILE che sia lo Stato a decidere
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LIBERI FINO ALLA FINE di scegliere come vivere… perché è di questo che parliamo: non della libertà di uccidersi o di uccidere, non libertà di morire, ma libertà di poter scegliere fino a che punto consideriamo accettabile una vita priva di tutto ciò che la rende tale. Una vita priva della possibilità di muoversi, di alimentarsi da sé, una vita subordinata a respiratori, una vita di sofferenza fisica che diventa – spessissimo, direi sempre – anche tortura psicologia.
Libertà di scegliere, non imposizione. Non costrizione. Questo deve essere chiaro.
Chiedo a chi legge e non è d’accordo di dirmi cosa teme per sé: quale limitazione alla propria libertà personale una legge sull’eutanasia può determinare?
Il commento che sento più di frequente in queste ore è: chi ha deciso che il quesito “non preserva la tutela minima necessaria della vita” non ha conosciuto la sofferenza. Io non so se questo sia vero, ma è senz’altro vero che ancora una volta in Italia è impedita ogni possibilità di autodeterminazione
Sono vicino, ancora più di prima, a tutte le persone che soffrono e alle loro famiglie. Resto vicino e combattivo al fianco dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, Filomena Gallo, Mina Welby, Beppino Englaro e Valeria Imbrogno e di tutte le persone che, con coraggio, hanno scelto di lottare perché un diritto sia per tutti e non hanno scelto di percorrere la strada dell’eutanasia clandestina.
Sia chiaro: in Italia, fino a quando il Parlamento non si deciderà a legiferare, fino a quando la parola non sarà data a noi cittadini, l’eutanasia resterà un PRIVILEGIO solo per chi potrà permetterselo e non un DIRITTO PER TUTTI.



