Almeno un terzo delle pregiate vongole allevate nel delta del Po sono morte. Le piante lungo le rive del Po stanno morendo perché l’acqua dalle falde è sempre più salata e i corsi d’acqua secondari si sono prosciugati, riducendo le zone umide in cui vivono anfibi e uccelli.
È evidente che c’è un intero sistema con un’ecologia che avrà problemi permanenti”, spiega a Associated Press Giancarlo Mantovani, direttore dell’Autorità di Bacino del Po. L’ecosistema comprende il Parco del delta del Po, che insieme ai territori veneti circostanti, forma una riserva riconosciuta dall’UNESCO per la sua biodiversità.
E l’impatto potrebbe cronicizzarsi in quanto l’acqua salata sta percolando nell’entroterra a distanze mai registrate prima, e si infiltra nelle falde acquifere. I delta sono per definizione un’area di scambio tra acqua dolce e salata, ma alla foce del Po il movimento sta diventando sempre più unidirezionale.
La penetrazione dell’acqua salata nell’entroterra è aumentata dai due chilometri negli anni ’60 e i 10 chilometri negli anni ’80, fino ad arrivare ai 38 chilometri di quest’anno.
“Il territorio intorno al Po si trova a tre metri sotto il livello del mare, quindi c’è un flusso continuo di acqua salina che va a finire nelle falde acquifere”, dice Mantovani. “Stiamo quindi creando non solo un problema agricolo, umano, ma anche ambientale. È una tempesta perfetta”.
“Si vede che le vongole stanno soffrendo”, spiega Katiuscia Bellan, che alleva vongole da 27 anni. “Nel pomeriggio, con questo caldo, la laguna si asciuga. Ci si passa con il trattore”.


