
L’impennata del prezzo del gas e i timori di un suo razionamento stanno contagiando molte ‘commodities’, in particolari tutte quelle legate al mondo dell’energia.
Così anche il legno che sta vedendo quotazioni sostenute e in alcuni casi, come per il legname tondo (non lavorato) del Trentino, ai massimi da dieci anni.
Il legno sta vivendo negli ultimi anni una seconda vita con un deciso riposizionamento in chiave green, ad esempio, nel packaging con la cellulosa utilizzata sempre più spesso come sostituta della plastica o nelle costruzioni e nella bioedilizia.
“Ora però la furia sostitutiva del gas sta mandando all’aria tutta la filiera”, spiega all’AGI Paolo Fantoni, vice presidente di FederlegnoArredo.
I prezzi dei prodotti del legno sono duplicati, se non quadruplicati, negli ultimi tempi.
Ma è nei sottoprodotti, quelli solitamente considerati scarti, come la segatura e il cippato che gli effetti della guerra del gas si sono mostrati più chiaramente con prezzi quadruplicati e passati da 6 euro al m3 a 24 euro.


