L’Imu può essere addossata al conduttore dell’immobile?

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L’intervento della Corte di cassazione su chi deve pagare l’Imu è stato sollecitato da un contenzioso relativo a una specifica clausola di un contratto di locazione che prevedeva l’addossamento al conduttore di “ogni tassa, imposta e onere relativo ai beni locati”, tra cui l’Imu. Sulla base di queste considerazioni, un’impresa che, avendo stipulato un contratto di locazione per l’utilizzo di un ufficio, aveva chiesto al locatore la restituzione delle somme versate per il pagamento delle imposte. Secondo il locatario, la clausola contrastava con l’articolo 1418, comma 1, del Codice Civile, che prevede la nullità dei contratti che violano le norme imperative. La norma imperativa in questione è l’articolo 35 della Costituzione, in base al quale “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”.

In altre parole, il locatario sosteneva che il proprietario dell’immobile dovesse pagare l’Imu vista la sua maggiore capacità contributiva. I giudici hanno respinto le richieste del locatario, sostenendo la validità della clausola contrattuale. Clausola, ha motivato la Cassazione, che non prevede l’obbligo diretto del locatario verso il Fisco al pagamento di un’imposta gravante sull’immobile, non essendone formalmente proprietario, ma che “si faccia carico, nei confronti del locatore, degli oneri relativi alle imposte. Non avviene, infatti, un trasferimento della titolarità delle imposte, che invece sarebbe contrario alle norme costituzionali.