L’ Iran conferma l’arresto della giornalista italiana Cecilia Sala per “violazione delle leggi della Repubblica islamica”. La conferma arriva dai media di Stato.
La giornalista italiana è stata arrestata il 19 dicembre scorso. Era partita per l’Iran per svolgere servizi giornalistici il 13 dicembre, con un regolare visto di otto giorni. Poi è stata condotta nella prigione di Evin. La Farnesina ha sciolto il riserbo con una nota dopo 8 giorni, nel momento in cui la reporter non è riuscita a tornare in Italia il 20 dicembre con un volo per Roma.
A suo carico ci sarebbero presunti “comportamenti illegali” ma nessun capo d’imputazione è stato ancora formalizzato dalle autorità iraniane che restano chiuse nel silenzio.
“Siamo a conoscenza della denuncia di arresto in Iran della giornalista italiana Cecilia Sala” dichiara un portavoce del dipartimento di Stato americano, a una domanda del quotidiano Repubblica. La fonte avrebbe fdefinito una prassi, quella dell’Iran di arrestare “senza motivo” cittadini stranieri.
“Sfortunatamente, il regime iraniano continua a detenere ingiustamente i cittadini di molti altri Paesi, spesso per utilizzarli come leva politica”. Il riferimento è all’arresto avvenuto – su richiesta Usa – 3 giorni prima rispetto a quello della Sala, dell’imprenditore iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, accusato di passare informazioni tecnologiche sensibili ai Pasdaran e ora rinchiuso nel carcere italiano di Opera.
La reporter si trova nel carcere simbolo della repressione del regime. “Il suo avvocato non ha ancora avuto la possibilità di visitarla in carcere. Speriamo che lo possa fare nei prossimi giorni e che possa avere quanto prima dei capi di imputazione precisi”, ha spiegato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando ieri con i giornalisti in Senato. Difficile stabilire ad ora i tempi che serviranno per ottenere la liberazione della giornalista italiana.
“Difficile dirlo, io mi auguro che siano brevi, però non dipende da noi, noi stiamo cercando di risolvere una questione che è complicata e di garantire intanto che sia Cecilia Sala sia detenuta nelle migliori condizioni possibili, che possa ricevere visite consolari, che possa parlare con la famiglia e quindi che abbia un trattamento normale, stiamo lavorando in collaborazione con la presidenza del consiglio, il ministero degli Esteri, la nostra ambasciata a Teheran e il consolato”, ha proseguito il Ministro.



