LISTE D’ATTESA, DISASTRO PIEMONTE: RINVII SUPERIORI ANCHE AI 12 MESI. O PAGHI O NON TI CURI

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Il tema è stato al centro della più recente campagna elettorale regionale fra gli opposti schieramenti. Il riconfermato Presidente Alberto Cirio assegna una parte delle responsabilità al vigente appalto per la gestione del centro di prenotazione: scadrà in autunno e, assicura il governatore di centrodestra, verrà rinnovato secondo gli stessi principi e criteri che hanno ispirato la vaccinazione anti COVID

Nel frattempo, però, le direzioni delle Aziende sanitarie locali seguitano a non informare i cittadini utenti sulle modalità di esercizio del diritto di questi, riconosciuto da una legge dello Stato, a ricevere il rimborso delle prestazioni pagate nel settore privato in caso di tempi di attesa troppo lunghi nel pubblico. Sembra infatti, da quelle che sono le nostre dirette testimonianze, che gli uffici delle Asl, preposti a fornire informazioni su dove e quando ricevere le visite e le cure prescritte dal medico di base, tendano a non comunicare le procedure necessarie ad avvalersi, senza oneri e in regime quindi mutuabile, delle strutture cliniche private, accreditate e convenzionate con il SSN, le quali sulla carta dovrebbero rappresentare un servizio per prevenire il formarsi di liste di attesa e tutelare la salute delle persone anche dal punto di vista di esborsi economici impropri o eccessivi.

Una vicenda, quest’ultima, che si carica di paradossi ulteriori se si tiene conto che a dover mettere mano al portafoglio, o al saldo del proprio conto corrente, sono sempre di più quelle categorie reddituali medie o medio piccole che nel regime sanitario pubblico avrebbero titolo a beneficiare del regime di esenzione, con la sottoposizione al più dell’obbligo al solo pagamento di un ticket, mentre viceversa le stesse si riscoprono del tutto private dei necessari orientamenti informativi e procedurali da parte di quegli sportelli che dovrebbero loro fornire le indicazioni occorrenti a fruire delle visite e delle terapie entro tempi ragionevoli e senza doversi caricare le prestazioni catalogate come mutuabili.

Eppure così non è, e un numero crescente di persone si ritrova sbalzato da un capo all’altro del Piemonte con intervalli pure di un anno e più, mentre ancora molto carenti, nonostante le circolari ministeriali di più recente emanazione, sono i controlli sui medici, dipendenti dal Servizio sanitario e ospedaliero pubblico, che esercitano la libera professione, la quale dovrebbe essere soggetta a più rigorose autorizzazioni da subordinare al pieno smaltimento delle liste di attesa nel SSN.

Accade pertanto che, per una visita oculistica richiesta da un anziano ultra ottantenne residente nell’area braidese, la risposta scandalosa dell’ufficio prenotazioni porti all’ospedale Molinette di Torino a luglio 2025, e viene da chiedersi se la direzione generale della ASL territorialmente competente sia competente, così come il nuovo assessore regionale alla Sanità della Giunta Cirio, dello stesso colore politico del ministro Fratello d’Italia Schillaci.

Senza considerare che proprio la componente anziana della popolazione cuneese e piemontese, la cui incidenza tende a salire di anno in anno, è proprio quella maggiormente bisognosa di essere informata sulle possibilità di essere accompagnata nel settore privato convenzionato, in regime mutuabile e rimborsabile, qualora non possa reggere le insostenibili liste di attesa nel pubblico e non si voglia o debba optare per la rinuncia alle cure.

A proposito di oculistica, ma siamo sicuri che coloro che a livello direttivo sono pagati per combattere il fenomeno delle liste d’attesa vedano il problema?

Dir politico Alessandro Zorgniotti