L’Italia continua a confrontarsi con una delle sfide più complesse del panorama europeo

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Un dato che colloca il nostro Paese tra quelli con le percentuali più elevate in Europa, evidenziando un problema strutturale che richiede interventi urgenti.

La geografia dei NEET disegna un’Italia a due velocità: nel Mezzogiorno la percentuale raggiunge il 23,3%, più del doppio rispetto al Centro-nord dove si ferma al 10,7%. La disparità territoriale si riflette anche nel divario di genere, con le ragazze più colpite dal fenomeno (16,6% contro il 13,8% dei coetanei maschi). Parallelamente, l’abbandono scolastico precoce si attesta al 9,8% tra i giovani di 18-24 anni, con il Mezzogiorno che sale al 12,4% e i ragazzi che lasciano gli studi con frequenza maggiore rispetto alle coetanee (12,2% contro 7,1%).
Investimenti insufficienti e divari persistenti

La spesa pubblica in istruzione italiana, pari al 3,9% del PIL nel 2023, rimane significativamente inferiore alla media europea del 4,7%, evidenziando la necessità di maggiori investimenti nel settore. Nonostante i progressi compiuti – l’Italia ha ridotto l’abbandono scolastico avvicinandosi al benchmark europeo del 9% fissato per il 2030 – permangono forti disuguaglianze territoriali che compromettono le pari opportunità formative.

Il fenomeno NEET non rappresenta solo una perdita di capitale umano, ma genera conseguenze sociali ed economiche di lungo periodo. I giovani esclusi dai percorsi formativi e lavorativi rischiano di alimentare disuguaglianze strutturali, compromettendo le prospettive di crescita del Paese. La sfida richiede politiche integrate che combinino formazione professionale, orientamento e creazione di opportunità lavorative.
Cultura in ripresa ma con criticità persistenti

Il 2024 segna una ripresa generalizzata della fruizione culturale dopo il crollo pandemico. Gli incrementi più significativi riguardano il cinema (45,5% degli italiani ha assistito a spettacoli cinematografici), i concerti (24,7%) e le rappresentazioni teatrali (22,0%). Il settore museale ha registrato quasi 108 milioni di visitatori nel 2022, tornando ai livelli pre-pandemici, mentre le biblioteche mostrano segnali positivi con il 67,5% dei comuni che dispone di almeno una struttura.