Oltre ottomila minori scomparsi in sei mesi. In Italia.
Una notizia che dovrebbe fermare il Paese.
E invece scivola via, come l’ennesima statistica a cui finiamo per abituarci.
Ma non possiamo abituarci a questo.
Non possiamo accettare che la scomparsa di un figlio diventi parte della normalità.
Come psicologa e criminologa, osservo questi dati con preoccupazione.
Come donna e come madre, li vivo come un lutto collettivo.
Perché quando un bambino sparisce, non è solo lo Stato a perderlo. Lo perdiamo anche noi.
Noi genitori, noi educatori, noi adulti.
Sì, lo Stato ha una responsabilità. Deve garantire protezione, intervento, monitoraggio.
Ma non possiamo continuare a pensare che sia “qualcun altro” a doversene occupare.
Questi non sono figli di altri.
Sono figli di una comunità intera che ha smarrito il senso della presenza e della cura.
E allora la vera domanda è:
quando abbiamo cominciato a perdere i nostri figli?
Quando abbiamo smesso di insegnare, di confrontarci, di guidarli con fermezza e amore?
Quando è successo che “esserci” è diventato solo “provvedere”, “accontentare”, “sopravvivere”?
Molti ragazzi scompaiono fisicamente dopo essere già scomparsi emotivamente.
Nessuna sparizione è davvero improvvisa.
C’è sempre un prima: uno sguardo mancato, un dialogo interrotto, una distanza cresciuta lentamente.
Non basta dire che è colpa del sistema.
È troppo facile.
La verità è che spesso non siamo più in grado di reggere la fatica dell’essere adulti.
La fatica di educare con coerenza.
La fatica di dire no.
La fatica di restare anche quando loro ci respingono.
Ma se non la reggiamo noi, chi lo farà per loro?
Un figlio che scompare non è solo un caso da cercare.
È un legame che si è rotto. Un’assenza che ci chiama in causa.
Per questo, se lo Stato perde i suoi figli, il problema non è solo politico o istituzionale.
È umano.
È culturale.
È familiare.
E ripartire significa tornare lì, dove il legame si è spezzato.
Ricucire la relazione, ricostruire fiducia, tornare ad educare con presenza, non con paura.
Non possiamo salvare ogni bambino.
Ma possiamo smettere di fingere che non li stiamo perdendo.
Klarida Rrapaj Psicologa, Criminologa, Vittimologa



